Una giornata di forti tensioni ha caratterizzato ieri l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, con i magistrati protagonisti di una protesta messa in atto in alcune città come Napoli e Milano in contrasto contro la riforma della giustizia promossa dal Ministro Carlo Nordio. I toni si sono accesi soprattutto sulla questione della separazione delle carriere, approvata in prima lettura dalla Camera, che ha spinto l’Associazione nazionale magistrati a organizzare manifestazioni di dissenso appunto. Nella sala dei Busti di Castel Capuano, a Napoli, a esempio, il momento clou della protesta si è verificato quando i magistrati hanno lasciato l’aula non appena il Ministro ha iniziato il suo intervento. Prima di uscire, hanno esibito copie della Costituzione e coccarde tricolore, richiamando un celebre pensiero di Piero Calamandrei sulla centralità della Carta costituzionale. Anche durante l’inno di Mameli, il gesto di protesta si è ripetuto.
Le parole di Nordio
Nel suo discorso, il Ministro della Giustizia ha sottolineato il suo rispetto per la magistratura, definendola “efficiente e operosa”, nonostante le critiche talvolta rivolte alla categoria. Così Nordio: “Ogni volta che ho sentito dire che i magistrati producono poco, ho provato un senso di ribellione, sia da magistrato che ora da Ministro”. Ha poi aggiunto che la riforma non ha intenti punitivi, rigettando categoricamente l’idea che il progetto miri a umiliare la categoria. Nordio ha anche affrontato il delicato tema della responsabilità della magistratura, dichiarando che “il grande potere conferito deve essere accompagnato da umiltà e buon senso”. Queste qualità, ha osservato, non si apprendono sui libri di diritto, ma si sviluppano attraverso una riflessione personale e culturale.
Il punto di vista dei magistrati
Le critiche non si sono fatte attendere. Giuseppe Meliadò, Presidente della Corte d’Appello di Roma, durante la cerimonia nell’aula magna del tribunale capitolino, ha affermato che la riforma proposta non rappresenta un reale progresso per il sistema giudiziario. “Non si può affermare che queste novità legislative siano in grado di migliorare sensibilmente i tempi della giustizia civile e penale, almeno nel breve termine”, la sua dura constatazione, evidenziando come molte sedi giudiziarie soffrano di gravi carenze di organico, sia tra i magistrati che nel personale amministrativo.
Nordio ha voluto riconoscere la compostezza delle manifestazioni di dissenso, definendole “il sale della democrazia”. Ma ha anche espresso rammarico per l’idea, a suo avviso infondata, che un ex magistrato con una lunga carriera alle spalle possa agire con l’intento di danneggiare la magistratura: “Trovo improprio che si possa pensare che il mio obiettivo sia umiliare l’istituzione alla quale sono appartenuto”.
Milano e il dissenso in aula
Anche a Milano il dissenso è stato manifestato in maniera visibile. Durante l’esecuzione dell’inno nazionale, i magistrati presenti hanno alzato copie della Costituzione, un gesto simbolico per ribadire il loro attaccamento ai principi sanciti dalla Carta e la contrarietà alla separazione delle carriere.
Nel capoluogo lombardo era presente anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa il quale ha invitato al dialogo e alla cooperazione, sottolineando l’importanza di evitare conflitti che rischiano di danneggiare soprattutto i cittadini: “Le posizioni possono essere divergenti – ha detto – ma è necessario trovare una sintesi attraverso un confronto serio e costruttivo, sempre nel rispetto della Costituzione”. Il Presidente ha inoltre ribadito che le decisioni parlamentari devono essere prese con ascolto e dialogo, senza che nessuno possa pretendere di ignorarle o annullarle.