Nella politica, nelle relazioni internazionali tra Stati, così come nella vita, contano molto gli interessi economici ma anche quella empatia diretta e personale che riesce a spianare le strade più impervie. Il rapporto di stima e simpatia tra il presidente americano Donald Trump e il premier Giorgia Meloni, è al centro di molti commenti positivi, basterebbe quel: “Meloni? Mi piace molto. Vedremo che succede” evidenziato dal presidente Usa in risposta alla domanda di un giornalista; così come la sottolineatura del filosofo Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia che pur da sponde ideologiche diverse e pur in un contesto critico politico, riconosce alla premier una: “Straordinaria abilità. Meloni è diventata la più atlantica delle atlantiche, un vero salto mortale triplo. Brava, brava davvero”.
Nel solco di De Gasperi
Non era scontato questo feeling che fa bene all’Italia e alle relazioni internazionali che ci proiettano a ritrovare un ruolo di primo piano. Per il nostro Paese è un bene significativo perché oltre alla riconferma di una stretta Alleanza Atlantica, che rimane nel solco del presidente Alcide de Gasperi, ci sono ampi settori della nostra economia – ma lo sono anche in quello strategico e militare – che sono vitali per il futuro delle imprese e del nostro Prodotto interno lordo. Sono campi sensibili alle variazioni di mercato e dei dazi che influenzano significativamente l’export, in particolare quello agroalimentare.
Export e dazi, i miliardi in ballo
Va ricordato per comprendere la posta in gioco che gli Stati Uniti sono il secondo Paese dopo la Germania per vendite estere di beni nazionali. Per intenderci un’azienda esportatrice italiana su tre vende prodotti o servizi negli Usa. L’incidenza del mercato a stelle e strisce è quasi raddoppiata dall’inizio del 2015 ed è arrivata all’11% delle esportazioni nel 2023, per un totale di 63 miliardi di euro. E d’altronde i dati di Bankitalia sono inequivocabili, nel sottolineare come un inasprimento dei dazi avrebbe effetti significativi per tutte le imprese italiane, ma, soprattutto, per le Pmi che hanno un’esposizione al mercato Statunitense per il 7% del fatturato e per il 27% delle esportazioni.
Il tocco empatico di Giorgia
Se la politica estera come la intendiamo noi è fatta di relazioni per consolidare trattati di amicizia, pace e consolidare i rapporti economici, commerciali e culturali dobbiamo dire grazie al presidente Giorgia Meloni, che ha mostrato un approccio pragmatico ai legami internazionali e, potrebbe con il suo, riconosciuto personale tocco di tenacia e simpatia,
aprire nuovi canali di dialogo più diretti sia con il presidente Donald Trump sia con un l’imprenditore iperbolico come Elon Musk che detiene uno straordinario vantaggio tecnologico in settori innovativi strategici.
Cibi e benessere contro i conflitti
Che l’Italia possa puntare su accordi bilaterali sui dazi è un fatto positivo. Abbiamo prodotti in particolare agroalimentari che incontrano con successo il favore del mercati. Il presidente Trump ha spesso parlato della difesa dei prodotti locali americani, ma ha anche espresso stima per la qualità dei prodotti italiani. Insomma c’è da rafforzare legami e intese in un mondo che ha bisogno di relazioni commerciali, scientifiche, tecnologiche e far ammutolire quello delle armi e delle escalation dei conflitti.
Il tributo di Zelensky
Ci sono in questo inizio 2025 elementi di novità positivi. Ieri la giornalista Cecilia Sala nella sua prima intervista dopo la liberazione dal carcere di Teheran ha incontrato a Roma il presidente ucraino,
Volodymyr Zelensky, per una partecipata intervista apparsa ieri sul quotidiano il Foglio. Anche in questo caso, Zelensky ha parole di stima e di amicizia per Giorgia Meloni. “Oltre ai ruoli che ricopriamo”, osserva Zelensky, “siamo tutti persone, Trump, Meloni e io – e i rapporti umani che siamo capaci di instaurare contano. Io ho un bellissimo rapporto con lei, la considero una persona leale e un’amica. So che Trump ha un buon rapporto e si fida di lei”. Il mondo cambia tra mille incertezze e pericoli, ma quando c’è qualcosa di positivo è giusto che si ragioni per dare più forza e coraggio a quanti promuovono azioni di bene e di pace.