“Patteggia ora e metti fine a questa ridicola guerra”: così Trump si rivolge a Vladimir Putin. Interrogato sull’ipotesi di ulteriori sanzioni alla Russia qualora Putin non si sieda al tavolo delle trattative, riferisce la Cnn, Trump ha risposto: “Sembra probabile”. E sul suo social Truth, ha scritto che se a breve non ci sarà un accordo per la pace “non avrò altra scelta se non imporre più tasse, dazi e sanzioni su tutto quello che viene venduto dalla Russia negli Stati Uniti. Non cerco di fare male alla Russia, mi piace il popolo russo e ho sempre avuto una relazione molto buona con il presidente Putin. Non dobbiamo dimenticarci che la Russia ci ha aiutato durante la Seconda guerra mondiale”, ha spiegato. “Facciamola finita con questa guerra, che non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente. Lo possiamo fare in modo semplice o in modo difficile. È il momento di fare un accordo, non dovrebbero essere perse altre vite”, ha concluso Trump.
“Stiamo parlando con Zelensky. Parleremo molto presto con il presidente Putin e vedremo cosa… come accadrà”, ha detto Trump, criticando l’Unione Europea per non aver speso abbastanza per aiutare a difendere l’Ucraina. “Zelensky vorrebbe la pace”, ha concluso Trump, “ma per ballare il tango ci vogliono due persone. Vedremo cosa succederà”. Trump ha anche confermato di aver discusso della guerra durante una recente telefonata con il presidente cinese Xi Jinping: “Ha un sacco di potere, come noi. Ho detto che dovreste risolvere la questione”.
Mosca: “finestra di opportunità” per negoziare
Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha detto mercoledì che Mosca vede una piccola finestra di opportunità per forgiare accordi con la nuova amministrazione statunitense del presidente Donald Trump. “Non possiamo dire nulla oggi sul grado di capacità negoziale dell’amministrazione entrante, ma comunque, rispetto alla mancanza di speranza in ogni aspetto del precedente capo della Casa Bianca (Joe Biden), oggi c’è una finestra di opportunità, anche se piccola”, ha detto Ryabkov, secondo Interfax. “È quindi importante capire con cosa e con chi dovremo trattare, come costruire al meglio le relazioni con Washington, come massimizzare le opportunità e minimizzare i rischi”, ha detto Ryabkov, parlando all’Istituto per gli studi statunitensi e canadesi, un think tank di Mosca.
ingresso Kiev nella Nato e adesione Ue
“La maggior parte dei Paesi ci ha supportato, ma quattro, in particolare, no: la Germania, la Slovacchia, l’Ungheria e gli Stati Uniti. In tutti e quattro questi Paesi tutto dipende dagli Usa: penso che se Trump dicesse che è il momento per far entrare Kiev nell’alleanza, lo seguirebbero tutti”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una intervista a La Stampa. Contemporaneamente la commissaria europea all’Allargamento, Marta Kos, intervenendo a un panel del World Economic Forum a Davos, ha detto che il processo di adesione all’Ue è “molto più impegnativo, ma anche più rapido. Soprattutto per l’Ucraina, il processo di integrazione europea è “da due a tre volte” più veloce del “normale processo”: “Se prendessimo la strada così com’è ad esempio per la Macedonia del Nord, l’Ucraina diventerebbe membro dell’Ue nel 2045 e non possiamo permettercelo”, ha spiegato. Dal canto suo, il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, intervenuto allo stesso panel, ha auspicato di veder riflesso nel bilancio europeo del 2028-2034 “l’ambizioso obiettivo del futuro allargamento” sostenendo che altrimenti sarebbe “molto problematico” raggiungerlo.
Trump ha ragione, Ue spenda di più per la difesa
“Il presidente Trump ha ragione a dire che non spendiamo abbastanza” per la difesa, “è tempo di investire: abbiamo bisogno di investimenti dai Paesi membri e dal settore privato. Ma anche dal bilancio comune Ue”, con il quale “dobbiamo spendere più dell’1%. Dobbiamo inviare un messaggio che prendiamo sul serio il nostro impegno per la difesa europea”. Lo ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue Kaja Kallas alla conferenza annuale dell’agenzia per la difesa Ue. Spendiamo miliardi per le nostre scuole, l’assistenza sanitaria e il welfare. Ma se non investiamo di più nella difesa, saremo tutti a rischio”, ha evidenziato. “L’unica lingua che parla Putin è quella della forza. L’Ue ha forza. Le economie dei Paesi Ue insieme sono 17 volte più grandi di quella russa. Dobbiamo forzare la sua mano per mostrargli che perderà. E fermarlo prima che attacchi uno dei nostri”, ha concluso Kaja Kallas.
Camera e Senato approvano invio armi a Kiev
A Roma, con 181 voti a favore, 48 contrari e 64 astenuti, la Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sul sostegno all’Ucraina. Solo Pd, M5s e Avs hanno votato contro. L’Aula, dopo le comunicazioni del ministro Guido Crosetto, ha dato il via libera oltre che alla risoluzione di maggioranza, anche a quelle di Azione e Più Europa, agli impegni della risoluzione del Pd, votati per parti separate, e ad alcuni punti del documento di Iv. Non approvati i documenti di M5s e Avs, su cui il governo aveva dato parere contrario. Anche il Senato ha approvato il decreto che autorizza un nuovo invio di attrezzature militari al governo ucraino, con 123 voti favorevoli, 25 contrari e un astenuto. Le opposizioni si sono divise visto che i senatori di Pd, Iv e Azione hanno votato a favore, quelli di M5s e Avs contro.