Il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping hanno discusso martedì per un’ora e 35 minuti in videoconferenza, ha dichiarato l’assistente alla politica estera del Cremlino Yuri Ushakov, toccando temi come la Corea, il Medio Oriente, la Siria, Taiwan e, con particolare attenzione, i colloqui in vista con Donald Trump e delle prospettive di un possibile accordo di pace con l’Ucraina. Xi e Putin hanno confermato che entrambi i paesi sono pronti a costruire relazioni con gli Stati Uniti su una base reciprocamente vantaggiosa e rispettosa se il team di Trump mostrerà interesse, ha detto Ushakov. “Per quanto riguarda un accordo sull’Ucraina, il Presidente [Putin] ha sottolineato l’altro giorno e ha ribadito anche oggi che l’obiettivo non deve essere un cessate il fuoco a breve termine, né una tregua, ma una pace a lungo termine basata sul rispetto dei nostri interessi oggettivi”, ha dichiarato l’assistente presidenziale russo Yury Ushakov ai giornalisti.
Xi, difenderemo la centralità dell’Onu
Cina e Russia difenderanno il ruolo centrale dell’Onu sulla scena internazionale e i loro diritti in quanto membri permanenti del Consiglio di sicurezza di questa organizzazione, ha affermato il presidente cinese Xi Jinping. “Insieme ai nostri colleghi russi, sosterremo il sistema internazionale incentrato sulle Nazioni Unite in questo contesto, difenderemo la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, ottenuta con il sangue e le vite di milioni di persone, e proteggeremo i diritti della Cina e della Russia come nazioni fondatrici e membri permanenti del Consiglio di sicurezza”, ha affermato Xi durante i colloqui con il presidente russo Vladimir Putin in videocollegamento. “I due Paesi”, ha ricordato, “interagiscono strettamente all’interno dell’Onu, dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, dei Brics e di altre piattaforme internazionali, il che apporta ulteriore energia positiva alla riforma e al miglioramento del sistema di governance globale”.
Zelensky: l’Europa deve sapersi difendere da sola
“Il presidente Trump presterà attenzione all’Europa? Ritiene che la Nato sia necessaria? E rispetterà le istituzioni europee?”. Lo chiede il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo al World economic forum di Davos, esortando il Vecchio Continente all’unità: “Abbiamo bisogno di una politica di sicurezza e di difesa europea unitaria, l’Europa deve sapersi difendere da sola” di fronte a una Russia che seppure economicamente più debole riesce a “produrre molte più munizioni e attrezzature militari di tutti i paesi europei messi insieme”. Zelensky ha inoltre confermato che Kiev e la Casa Bianca stanno lavorando a un bilaterale con Trump (ancora senza data) e respinto la richiesta russa, in vista di un eventuale trattativa, che l’Ucraina riduca le sue forze armate a un quinto delle dimensioni attuali: “Questo è ciò che vuole. Non permetteremo che ciò accada”. Il presidente degli Usa Donald Trump nel suo discorso di insediamento non ha citato l’Ucraina nemmeno una volta.
Von Der Leyen, “sosterremo per tutto il tempo necessario”
parlando al World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “è importante che l’Ucraina resti un Paese indipendente e che sia l’Ucraina a decidere sul proprio territorio. Quindi, la linea è ancora valida: stiamo con l’Ucraina per tutto il tempo necessario”. “Per noi è molto chiaro che continueremo a sostenere l’Ucraina. Abbiamo sostenuto l’Ucraina finora con quasi 130 miliardi di euro, ma continueremo a sostenere l’Ucraina senza alcun dubbio”, ha aggiunto von der Leyen.
Kiev, colpiti deposito petrolio e sito militare russi
Lo Stato Maggiore ucraino ha annunciato che le sue forze armate hanno nuovamente colpito un deposito di petrolio che serve l’esercito nella regione russa occidentale di Voronezh e una fabbrica di aviazione nella regione di Smolensk più a nord. Idroni, riporta una nota, hanno colpito il deposito di petrolio di Liskinskaya per la seconda volta nel giro di una settimana e che unità di droni e forze speciali hanno coordinato l’attacco alle “infrastrutture dello stabilimento aeronautico di Smolensk” dove “vengono fabbricati e ammodernati gli aerei da combattimenti”.