sabato, 22 Febbraio, 2025
Attualità

L’inflazione turistica nel 2024 rallenta al +3,9%, ma i prezzi restano sotto pressione

Demoskopika ha diffuso un’analisi dettagliata sull’inflazione turistica in Italia, evidenziando un calo significativo dell’indice dei prezzi al consumo turistico nel 2024 rispetto al 2023. L’incremento medio è stato del +3,9%, un netto rallentamento rispetto al +6,2% registrato l’anno precedente, ma con dinamiche di crescita ancora presenti in diverse componenti del settore. Secondo i dati, nel mese di dicembre 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo turistico è aumentato dello 0,5% su base mensile e del 3,4% su base annua. Questo conferma un trend di graduale rallentamento rispetto a novembre, quando l’inflazione turistica annua era al 4,0%. Nonostante il calo complessivo, il settore continua a registrare aumenti significativi in alcune voci di spesa, mantenendo viva la pressione sui consumatori.
L’inflazione turistica del 2024 ha interessato tutte le macro-categorie del cosiddetto “paniere turistico”:
Pacchetti vacanza: +4,7%
Servizi ricreativi e culturali: +4,2%
Servizi di trasporto: +3,6%
Servizi ricettivi e ristorazione: +2,9%
Alcuni aumenti annuali spiccano in modo particolare. I servizi ricreativi e sportivi hanno registrato un incremento del +18,5%, seguiti dal trasporto marittimo (+12,0%) e dai pacchetti vacanza nazionali (+7,3%). Anche il trasporto aereo passeggeri ha subito rincari notevoli, con un +5,7% su base annua. Sul piano congiunturale, ovvero rispetto al mese precedente, il trasporto aereo ha registrato un aumento record del +18,5%, con un +21,6% per i voli nazionali e un +17,7% per i voli internazionali. Anche i pacchetti vacanza hanno avuto un incremento significativo (+10,0%). In controtendenza, invece, i prezzi degli alloggi hanno segnato una contrazione del -2,7%, trainati dal calo nelle tariffe di alberghi, hotel e pensioni (-3,3%).

Le regioni più colpite

Dieci sistemi regionali hanno registrato un tasso di inflazione turistica superiore alla media nazionale, con in testa:
Liguria: +5,1%
Trentino-Alto Adige: +4,6%
Friuli Venezia Giulia: +4,3%
Umbria: +4,3%
Piemonte: +4,0%
Sul versante opposto, le regioni con la dinamica dei prezzi più contenuta sono:
Molise: +2,4%
Valle d’Aosta: +2,5%
Emilia-Romagna, Calabria e Basilicata: +2,8%
A dicembre 2024, solo sette sistemi locali hanno mostrato un aumento dei prezzi rispetto al mese precedente, con l’Umbria a guidare l’incremento (+1,2%), seguita da Friuli Venezia Giulia (+0,7%), Abruzzo e Trentino-Alto Adige (+0,6%).

L’Italia in un contesto europeo

Guardando al panorama europeo, l’Italia si colloca tra i Paesi con un’inflazione turistica più contenuta. A novembre 2024, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo turistico ha registrato un aumento del +4,1%, inferiore alla media dell’Unione Europea (+4,8%). Solo la Francia (+3,6%) ha avuto un dato inferiore.
In altri Paesi europei, invece, l’inflazione turistica è stata più elevata:
Polonia: +7,6%
Grecia: +7,1%
Austria: +5,3%
Paesi Bassi: +5,1%
Germania: +4,9%
Spagna: +4,6%
Questi dati collocano l’Italia al penultimo posto tra le aree “meno inflazionate”, confermando una relativa stabilità rispetto ad altri mercati europei.

Analisi delle cause

Secondo Demoskopika, il rallentamento dell’inflazione turistica nel 2024 rispetto al 2023 è un segnale positivo, ma non mancano le criticità. L’aumento dei prezzi nei servizi ricreativi, culturali e di trasporto riflette le pressioni inflazionistiche globali, che continuano a incidere sui costi operativi del settore turistico.

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