Vederci chiaro nei contratti, le retribuzioni e le possibilità di carriera. Nel mondo del commercio si fa strada l’iniziativa di riordinare i contratti – oggi con disparità evidenti di stipendio – per evitare quello che ora accade ossia un “dumping contrattuale”. Una zona grigia che ha innescato, come viene sottolineato: “l’incontrollata proliferazione dei contratti collettivi nazionali avvenuta negli ultimi anni”.
L’analisi dei contratti
Il tema è stato al centro di un seminario organizzato dalla commissione dell’Informazione del Cnel, presieduta dal consigliere Michele Tiraboschi, che ha comparato alcuni contratti collettivi ed esaminato le ricadute economiche e normative per imprese e lavoratori. Quattro i contratti del settore terziario presi in esame (Ccnl Confcommercio, Ccnl Anpit, Ccnl Cifa Confsal, Ccnl Federterziario Ugl) e cinque le figure professionali (commesso addetto alla vendita, capo-reparto, specialista, sviluppatore software e impiegato amministrativo) al centro dell’analisi comparativa della retribuzione media mensile.
Retribuzioni e differenze
L’analisi ha messo in luce importanti scostamenti nella retribuzione a seconda del Ccnl applicato. “Il commesso addetto alla vendita, ad esempio”, si sottolinea nella ricerca, “guadagna mensilmente 1718,75 euro con il Ccnl Confcommercio (livello quarto) e 1304,55 con il Ccnl Anpit (livello D1), ovvero una differenza di ben 415 euro. E per il capo reparto, tanto per fare un altro esempio, il differenziale retributivo è di 155 euro.
Si tratta di scostamenti verificabili anche nelle maggiorazioni che possono essere applicate, come il lavoro notturno (differenze del 5% fra i vari contratti), il lavoro straordinario festivo (differenza del 16%) e la maturazione di permessi retribuiti (da 104 ore annue a 32, a seconda del Ccnl applicato)”. “Differenze notevoli”, puntualizza ancora l’indagine, “riguardano anche i costi della partecipazione agli enti bilaterali per singolo inquadramento”.
Garantire il lavoro di qualità
“Ciò che è stato evidenziato al Cnel dalla Commissione per l’Informazione”, spiega la vicepresidente confederale Donatella Prampolini, presidente della Commissione Sindacale di Confcommercio, “ha certificato una realtà da tempo rappresentata da Confcommercio: contrattazione e bilateralità, risultato di relazioni sindacali mature – che devono essere difese da soggetti non rappresentativi – restano gli strumenti più forti per garantire un lavoro di qualità e contrastare il dumping contrattuale, in quanto si garantiscono tutele concrete e una competizione sostenibile tra le imprese, basata su qualità e innovazione e non sulla rincorsa al ribasso degli elementi di costo”.