domenica, 19 Gennaio, 2025
Cultura

Mattarella: “La ricchezza del Paese sta nella sua pluralità”

Il Capo dello Stato ad Agrigento per l'inaugurazione della Capitale della Cultura

“La ricchezza del nostro Paese sta nella sua pluralità, nella sua bellezza molteplice”. Con queste parole ieri Sergio Mattarella ha inaugurato ufficialmente Agrigento come Capitale Italiana della Cultura 2025. Un evento molto importante non solo per le eccellenze culturali della città sicula, ma l’intero patrimonio artistico, naturale e umano dell’Italia. Il Presidente della Repubblica ha offerto una riflessione profonda sul ruolo della cultura come motore di coesione, innovazione e sviluppo sostenibile, lanciando un appello a valorizzare i territori italiani, anche quelli più marginali, per preservare le loro inestimabili risorse.

Agrigento è stata definita dal Capo dello Stato come un esempio unico del succedersi delle civiltà, dove natura, storia e cultura si fondono in un patrimonio che contraddistingue l’identità italiana. La città, già culla dell’antica Akragas greca, rappresenta oggi una testimonianza viva della ricchezza e della diversità culturale che caratterizzano l’intera Penisola.

Durante il suo intervento, Mattarella ha sottolineato come la Valle dei Templi, con i suoi duemila anni di storia, sia un’icona del legame profondo tra cultura e natura, il tema centrale scelto per le celebrazioni di Agrigento Capitale della Cultura: “La nostra Costituzione è stata lungimirante nell’affiancare, nell’articolo 9, la promozione della cultura alla tutela del paesaggio”, ha ricordato il Presidente”.

La pluralità come ricchezza dell’Italia

Nel suo discorso, il Presidente ha celebrato la pluralità culturale italiana, definendola una delle più grandi ricchezze del Paese: “L’Italia è colma di luoghi carichi di storia, di arte e di bellezza. Non solo le metropoli, ma anche i centri più piccoli contribuiscono a rendere il nostro patrimonio unico al mondo”. La tradizione di nominare ogni anno una Capitale Italiana della Cultura, iniziata nel 2015, è stata descritta dal Capo dello Stato come una “catena di straordinario valore” che mette in connessione il Nord, il Centro e il Sud del Paese, evidenziando il legame tra i territori e il loro contributo al futuro comune. Non sono mancati accenti sulla necessità di contrastare i fenomeni di spopolamento e abbandono che minacciano molte aree del Paese: “Tante realtà detengono inestimabili risorse che rischiano di deperire senza cura adeguata”, ha ammonito il Presidente.

Agrigento, con il suo ruolo di Capitale della Cultura, si pone come modello per rilanciare le aree meno valorizzate, stimolando crescita, opportunità e dialogo con il resto del Paese e dell’Europa: “È una sfida per accrescere le opportunità dove oggi si sono ridotte”.

La cultura come strumento di coesione e speranza

Il Presidente ha poi richiamato il tema centrale della cultura come “sorgente di umanità” in un tempo segnato da disuguaglianze, povertà, conflitti e cambiamenti climatici. Ha definito la cultura un “sentiero di perenne movimento” che mette in dialogo il passato con il futuro, favorendo l’incontro tra persone, lingue ed esperienze. Citando Empedocle, filosofo di Akragas, Mattarella ha ricordato che l’unità degli elementi – terra, acqua, aria e fuoco – è ciò che genera vita: “Agrigento ci invita oggi a ricomporre e rigenerare coesione, per costruire insieme un futuro più giusto e sostenibile”.

Un momento del discorso è stato dedicato a Luigi Pirandello, nato ad Agrigento, e a Andrea Camilleri, grande narratore siciliano. “Pirandello, con la sua capacità di scavare nell’animo umano, e Camilleri, con il suo genio narrativo, continueranno ad accompagnarci in questo anno speciale”, ha detto il Presidente.

Un messaggio di speranza per il futuro

Il discorso di Mattarella si è concluso con un invito a guardare al futuro con speranza e fiducia: “La cultura è la vita. È ciò che rende grande la nostra civiltà. Agrigento, in questo 2025, sarà un simbolo di accoglienza, dialogo e conoscenza. Buon anno da Capitale della Cultura”.

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