venerdì, 10 Gennaio, 2025
Esteri

Zelensky al vertice di Ramstein: “Kiev farà tutto per far finire la guerra quest’anno”

Il presidente ucraino stasera da Meloni alle 19.30, domani al Quirinale da Mattarella. Kallas: Ue pronta a sostegno senza gli Usa

“L’Ucraina sta facendo tutto il possibile per porre fine alla guerra quest’anno. Porre fine alla guerra è un obiettivo comune dell’Ucraina e dei suoi partner, non della Russia”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto ieri ai 50 paesi del cosiddetto ‘formato Ramstein’, in Germania, chiedendo ancora una volta un sostegno forte per contrastare Mosca. Sostegno che arriva puntuale dagli Usa di Joe Biden, che promettono altri 500 milioni di dollari di aiuti militari a Kiev. Sotto la presidenza Biden, gli Stati Uniti hanno fornito aiuti militari per un valore di oltre 65 miliardi di dollari, seguiti dalla Germania che ha stanziato 28 miliardi di euro. Ma lo scenario potrebbe cambiare con l’arrivo di Trump. “È chiaro che tra soli 11 giorni inizierà un nuovo capitolo per l’Europa e per il mondo intero, un momento in cui dovremo collaborare ancora di più, fare ancora più affidamento gli uni sugli altri e raggiungere insieme risultati ancora più grandi”, “vedo questo come un momento di opportunità”.

Aumentare le sanzioni

Durante l’incontro di Ramstein, Zelensky ha anche ribadito l’appello agli alleati occidentali affinché inviino truppe in Ucraina e ha chiesto “di intensificare le pressioni su Mosca soprattutto sul settore energetico”, auspicando sanzioni contro tutti gli elementi dell’industria energetica russa. Zelensky ha ricordato che “il budget militare della Russia per il 2025 è superiore del 25% rispetto allo scorso anno”. Per questo, “se vogliamo fermare” la guerra “dobbiamo bloccare il flusso di denaro di Putin. Putin inizierà a pensare alla pace solo quando la sua cerchia più vicina gli dirà che ha finito i soldi”. In attesa di capire se e cosa cambierà a partire dal 20 gennaio con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, Zelensky incassa l’appoggio del segretario generale della Nato, Mark Rutte: “Dobbiamo fare tutto il possibile per assicurarci che l’Ucraina abbia ciò di cui ha bisogno in termini di addestramento e di equipaggiamento per prolungare la lotta e per prevalere in questa battaglia iniziata il 22 febbraio con il massiccio attacco della Russia”, dice il leader dell’Alleanza Atlantica.

Meloni: Trump non abbandonerà Ucraina

Il presidente ucraino sarà oggi a Roma e vedrà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella alle 10 al Quirinale, e la premier, Giorgia Meloni, la quale ha ribadito di essere “disposta a sostenere le opzioni che è disposta a sostenere l’Ucraina. Credo che questo sia fondamentale per avere una pace giusta”. “Francamente non prevedo un disimpegno” di Trump in Ucraina, ha detto ieri la premier in conferenza stampa. “Ha parlato in più occasioni di ‘pace con la forza’ e io ho sempre sostenuto che l’unico modo per costringere la Russia a sedersi ad un tavolo di trattative era costruire una situazione di difficoltà” sul campo. “Trump ha la capacità di dosare diplomazia e deterrenza e prevedo che anche questa volta sarà così. Lui può andare avanti nella soluzione, ma non prevedo che questo significhi abbandonare l’Ucraina”, circostanza che “sarebbe un errore dal mio punto di vista”.

Crosetto: supportare Kiev

A margine della riunione di Ramstein, il Ministro Crosetto ha incontrato il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti d’America, Lloyd Austin, l’omologo ucraino, Rustem Umerov, e il Ministro della Difesa lituano, Dovile Šakaliene. Nel corso dell’incontro, Crosetto ha confermato l’impegno dell’Italia: “Abbiamo ribadito la necessità di supportare Kiev nella sua lotta per la sopravvivenza, per la difesa della propria sovranità e delle infrastrutture civili, non soltanto di quelle militari”. E ha aggiunto: “Ci auguriamo che quest’anno possa portare alla pace che tutti auspichiamo, una pace giusta, che veda il ripristino della legalità internazionale e consenta all’Ucraina di riprendere una vita normale e ai suoi cittadini, costretti a lasciare il paese, di tornare e ricostruire la propria nazione come merita”.

Petizione contro le armi italiane all’Ucraina

Mercoledì 34 esponenti di rilievo del mondo della cultura e della società civile hanno presentato una petizione in Parlamento chiedendo a deputati e senatori di non convertire in legge il decreto che autorizza l’invio di armi italiane all’Ucraina fino al 31 dicembre 2025. Tra i primi firmatari figurano l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, e Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore della rivista Mosaico di Pace. Peacelink evidenzia che “la petizione sottolinea come un ulteriore invio di armi contribuirebbe all’escalation bellica in Ucraina, alimentando un conflitto senza prospettive di soluzione negoziale e avvicinando l’Italia a un coinvolgimento diretto nel conflitto”. Inoltre “il documento denuncia le gravi conseguenze economiche e sociali di una crescente militarizzazione delle economie europee, con drastici tagli al welfare per finanziare spese di guerra”. I firmatari invocano il pieno rispetto della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Mattarella: “Contro la tratta di esseri umani risposta forte della Comunità internazionale”

Stefano Ghionni

Meloni agli italiani: “Che sia un Natale di serenità e orgoglio”

Ettore Di Bartolomeo

Mattarella: “Il Tricolore simbolo di coesione nazionale e libertà”

Stefano Ghionni

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.