Nel 2023 i dati relativi ai principali fattori di rischio per la salute degli italiani mostrano luci e ombre secondo un report pubblicato ieri dall’Istat: da un lato si registra una riduzione della sedentarietà, dall’altro persistono preoccupazioni riguardo l’abitudine al fumo, il consumo a rischio di alcol e l’eccesso di peso. Sono comportamenti, considerati modificabili, legati a un aumento del rischio di malattie croniche non trasmissibili, come patologie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie e tumori.Un dato incoraggiante arriva dalla sedentarietà: nel 2023 il 35,0% della popolazione di 3 anni e più dichiara di non svolgere attività fisica, segnando un miglioramento di 2,2 punti percentuali rispetto al 2022 (37,2%). Il dato è ancora elevato, ma la tendenza è positiva e si riflette su quasi tutte le fasce di età. La riduzione più significativa riguarda i bambini di 6-10 anni (-4 punti percentuali) e gli adulti tra i 60 e i 74 anni (-4,1 punti percentuali). Tuttavia, permangono differenze di genere: le donne risultano più sedentarie degli uomini (38,8% contro 31,0%), con una prevalenza ancora più alta nelle età avanzate.
Eccesso di peso
Rimane stabile, ma comunque preoccupante, la quota di persone adulte in eccesso di peso. Nel 2023 il 46,3% degli italiani di 18 anni e più è in sovrappeso (34,6%) o obeso (11,8%). Si osservano differenze significative per genere e età: l’eccesso di peso è più diffuso tra gli uomini, in particolare nella fascia 65-74 anni, dove 7 uomini su 10 risultano in sovrappeso o obesi. Anche tra i bambini e ragazzi il fenomeno resta diffuso. Il 26,7% dei minori tra 3 e 17 anni è in eccesso di peso, con picchi nei bambini fino a 10 anni, dove si raggiunge quasi il 33%.
A livello geografico, emerge un forte gradiente Nord-Sud: nel Mezzogiorno, l’eccesso di peso riguarda quasi il 50% della popolazione adulta, mentre nel Nord si registrano percentuali più basse. Regioni come Campania, Calabria e Puglia spiccano negativamente, con valori superiori alla media nazionale.
Fumo
Nel 2023, il 18,7% della popolazione di 11 anni e più è fumatore, un dato in leggero calo rispetto al 2022 (19,0%). L’abitudine al fumo è più diffusa tra gli uomini (22,3%) rispetto alle donne (15,2%), ma negli ultimi anni la distanza di genere si è ridotta. Le fasce d’età più critiche sono quelle dei giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, dove si registra la prevalenza più alta (26,9%).Particolarmente significativo è il calo dei cosiddetti ‘forti fumatori’ (20 o più sigarette al giorno): nel 2023 questa quota si attesta al 3,5%, contro il 4,8% registrato nel 2013. Un miglioramento evidente, soprattutto tra gli uomini.
Consumo di alcol a rischio
Il consumo non moderato di alcol è un altro fattore di rischio rilevante. Nel 2023, il 15% della popolazione di 11 anni e più (circa 8 milioni di persone) presenta almeno un comportamento di consumo a rischio, tra cui il binge drinking e il consumo abituale eccedentario. La quota è stabile rispetto al 2022, ma si osservano differenze di genere e di età: il consumo a rischio riguarda il 21,2% degli uomini e il 9,2% delle donne, con un’incidenza maggiore tra i giovani di 11-17 anni e gli anziani ultra 64enni. Il binge drinking – episodi di consumo di grandi quantità di alcol in breve tempo – è aumentato negli ultimi anni (+1,5 punti percentuali), soprattutto tra i giovani e gli adulti fino ai 44 anni.
L’effetto combinato
L’associazione tra comportamenti dannosi è frequente. Più di un terzo degli adulti (35,1%) presenta almeno due fattori di rischio contemporaneamente, come sedentarietà ed eccesso di peso, che si combinano frequentemente tra loro. Tra i fumatori abituali, quasi il 23% consuma anche alcol in modo non moderato. Questi comportamenti spesso dipendono da fattori socio-economici e culturali. A esempio, la sedentarietà e l’eccesso di peso sono più diffusi tra le persone con un basso livello di istruzione. I dati confermano che il 55,6% di chi ha al massimo la licenza media è sedentario, contro il 17,9% di chi ha una laurea.
Prevenzione
Sebbene l’Italia si distingua in Europa per livelli relativamente bassi di obesità e una quota minore di fumatori abituali, emergono criticità legate alla scarsa attività fisica e al consumo di alcol. Secondo il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, questi fattori, insieme all’ambiente e al contesto socio-economico, sono responsabili del 60% del carico di malattie croniche, principali cause di morte in Europa e nel mondo.