giovedì, 12 Dicembre, 2024
Esteri

Damasco: “Il mondo non ci tema”. Khamenei: Usa e Israele dietro quanto accaduto in Siria

Israele distrugge l'arsenale di Assad, Russia e Libano condannano la presenza Idf sul Golan. Almeno 26 morti a Gaza

Il primo obiettivo del nuovo governo siriano “è ristabilire la sicurezza e la stabilità in tutte le città della Siria” e “permettere alla gente di tornare al lavoro e alla vita normale”. Lo ha dichiarato il primo ministro ad interim, Muhammad Al Bashir, in un’intervista ad Andrea Nicastro del Corriere della Sera. Il secondo obiettivo è “far tornare i milioni di profughi siriani che sono all’estero. Il mio è un appello a tutti i siriani all’estero: la Siria ora è un paese libero che ha guadagnato il suo orgoglio e la sua dignità. Tornate. Dobbiamo ricostruire, rinascere e abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”.

Quanto alla preoccupazione sul jihadismo estremista di alcuni gruppi ora al potere a Damasco, il premier ha affermato : “I comportamenti sbagliati di alcuni gruppi islamisti hanno portato molte persone soprattutto in occidente ad associare i musulmani al terrorismo. Così è stato travisato il significato di Islam, che è “religione della giustizia”. Noi proprio perchè islamici garantiremo i diritti di tutte le genti e tutti i popoli della Siria”.

Sulla stessa linea il leader di Hayat Tahrir al Sham, Abu Mohammed al Jolani. La comunità internazionale “non ha più nulla da temere dalla Siria dopo il rovesciamento del regime di Bashar al Assad”, ha dichiarato a Sky News. “La paura derivava dalla presenza del regime. Il Paese si sta muovendo verso lo sviluppo e la ricostruzione. Sta andando verso la stabilità.”.

Khamenei: Usa e Israele dietro quanto accaduto in Siria

L’Iran ha “prove” che la destituzione di Bashar Al-Assad in Siria sia il “prodotto di un piano congiunto” degli Stati Uniti e di Israele: lo ha detto ieri a Teheran l’ayatollah Ali Khamenei. “Sì, un governo confinante con la Siria ha giocato e sta giocando un ruolo” ha aggiunto Khamenei, in riferimento alla Turchia, ritenuta sostenitrice dei ribelli di Hayat Tahrir Al-Sham. Tuttavia, ha ribadito la Guida suprema, il cambio di potere non ha affatto indebolito l’opposizione a Israele. “Vi dico questo: con l’aiuto di Dio, l’estensione della resistenza abbraccerà più che mai l’intera regione”.

Israele ha eliminato l’80% delle capacità militari siriane

Intanto l’operazione portata avanti da Israele in Siria ha danneggiato circa l’80 per cento delle capacità strategiche militari siriane, garantendo così che l’equipaggiamento militare strategico non finisse nelle mani sbagliate. “Si è trattato effettivamente di un attacco pianificato da anni”, hanno ammesso le fonti militari israeliane a Channel 12.

Domenica, Netanyahu ha affermato che l’accordo con la Siria sulle Alture del Golan del 1974 non è più valido poiché le forze siriane hanno abbandonato le loro posizioni, e per questo ha ordinato all’Idf di occupare “temporaneamente” la zona cuscinetto.

“Israele si ritiri”

Ma dopo l’Onu, anche la Francia ”si appella a Israele affinchè si ritiri dalla zona. Ogni dispiegamento militare nella zona di separazione tra Israele e la Siria rappresenta una violazione dell’accordo sul disimpegno del 1974, che deve essere rispettato dai firmatari, Israele e Siria”, ha ribadito ieri il ministero degli esteri della Francia in una nota.

Per il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov “Gli attacchi, le azioni sulle alture del Golan e nella zona cuscinetto difficilmente contribuiscono alla stabilizzazione della situazione nella Siria già destabilizzata”, mentre il ministero degli esteri libanese ha invitato la comunità internazionale a fare più pressione sullo Stato ebraico. “Il Libano condanna fermamente” l’occupazione della zona cuscinetto, “considerandola un ulteriore atto di aggressione contro la sovranità siriana e una chiara violazione del diritto internazionale”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Beirut.

ONU: “palestinesi abbandonati in condizioni disumane”

Intanto a Gaza, mentre i negoziati al Cairo mediati dal Qatar sembrano andare avanti, non cessano i raid quotidiani. Ieri, secondo le fonti mediche, almeno 26 persone sono rimaste uccise in diversi nuovi raid di Israele. “Quelle persone si sentono abbandonate da tutti noi, l’ho detto al Consiglio, si chiedono dove sia la comunità internazionale”, Così ha spiegato alla stampa martedì la coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite per Gaza Sigrid Kaag, dopo aver presentato la sua relazione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. “Ho parlato delle condizioni disumane in cui sopravvivono esseri umani umani come noi, civili, giovani e anziani. Ho dipinto un quadro molto, molto desolante, i civili a Gaza continuano a soffrire”. “Come ho detto al Consiglio, ho visitato Gaza in diversi ruoli nel corso della mia carriera (…) ma niente ti prepara per quello che vedi, per cosa hai sentito.” E, ha insistito, “in risposta al cessate il fuoco in Libano, i palestinesi sono preoccupati: ‘Saremo dimenticati?’”.

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