mercoledì, 15 Gennaio, 2025
Economia

Teleriscaldamento: sanzioni dell’Antitrust a Hera e ComoCalor per prezzi eccessivi

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha comminato pesanti sanzioni a Hera S.p.A. e ComoCalor S.p.A. per l’applicazione di prezzi eccessivamente gravosi nel settore del teleriscaldamento. Hera dovrà pagare una multa di 1.984.736 euro, mentre ComoCalor è stata sanzionata per 286.600 euro.

Tra maggio e giugno 2023, l’Antitrust aveva avviato tre procedimenti sulle reti di Ferrara, gestita da Hera S.p.A.; Como, gestita da ComoCalor S.p.A.; Parma e Piacenza, gestite da Iren Energia S.p.A.

L’obiettivo era verificare se, tra il 2021 e il 2022, le tre società avessero imposto agli utenti oneri eccessivi e ingiustificati, sfruttando il contesto di forte aumento dei prezzi del gas naturale. In particolare, si intendeva capire se le formule di calcolo del prezzo del calore, basate sul “costo evitato” del riscaldamento a gas, fossero state adeguate al contesto economico e alle fonti di energia utilizzate.

Le reti oggetto di analisi si distinguono per l’utilizzo di fonti diverse dal gas naturale: Como: calore prodotto dalla combustione di rifiuti.

Ferrara: calore generato sia da energia geotermica che dalla combustione di rifiuti.

I risultati

Dopo approfondite analisi, l’Autorità ha accertato che Hera e ComoCalor avevano applicato prezzi ingiustificatamente gravosi nel 2022, in violazione dell’articolo 3, comma 1, lettera a) della legge 287/90. Secondo l’Agcm, le due società hanno ostacolato i consumatori nell’accesso ai benefici delle fonti rinnovabili utilizzate per produrre calore, imponendo prezzi iniqui e sproporzionati rispetto ai costi sostenuti, comprensivi di un rendimento equo sul capitale investito.

L’istruttoria, tuttavia, non ha riscontrato violazioni nelle reti di Parma e Piacenza gestite da Iren Energia S.p.A., ritenendo che i prezzi praticati fossero in linea con i costi.

Le motivazioni

L’Antitrust ha sottolineato come Hera e ComoCalor abbiano mancato di adottare correttivi adeguati per riflettere i costi reali del calore prodotto da fonti rinnovabili o alternative. Di conseguenza, gli utenti non hanno beneficiato dei risparmi derivanti dall’uso di tali fonti, con un impatto significativo su un bene essenziale come il riscaldamento.

Questa condotta ha rappresentato una violazione dei principi di equità e trasparenza nella determinazione dei prezzi, andando a colpire i consumatori in un periodo già critico per l’aumento generalizzato dei costi energetici.

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