In un messaggio urgente sui social, in lingua araba, l’Idf ha avvertito ieri i residenti del Libano meridionale che è severamente vietato spostarsi a sud del fiume Litani a partire dalle 5 del pomeriggio fino alle 7 del mattino di oggi, come era già avvenuto ieri nel primo giorno di tregua. Chi già si trova a sud del Litani deve rimanere dove si trova, avvisa l’esercito, che ha inoltre annunciato l’esito di un attacco aereo nella zona: “Terroristi di Hezbollah stavano operando dentro un sito con missili a medio raggio nel sud del Libano. Un raid aereo ha sventato la minaccia”. Nono solo: anche un missile intercettore è stato lanciato nel pomeriggio di ieri sulla Galilea occidentale, come riferiscono i media israeliani. L’Idf non ha ancora commentato l’incidente, che avviene nel contesto del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah.
Fuoco israeliano contro “sospetti” dopo l’inizio della tregua, “violavano il cessate il fuoco”
Le forze armate israeliane hanno ucciso diversi combattenti di Hezbollah nel sud del Libano, ore dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco.
Secondo quanto reso noto su Telegram dall’Idf, è stato aperto il fuoco contro “alcuni sospetti a bordo di veicoli che arrivavano in diverse aree del Libano meridionale, violando le condizioni per il cessate il fuoco. L’IDF rimane nel Libano meridionale e farà rispettare attivamente le violazioni dell’accordo di cessate il fuoco”. Secondo il portavoce dell’esercito Daniel Hagari, secondo cui la presenza dei militanti nell’area violava l’accordo. Hagari ha poi ripetuto che ”a ogni violazione del cessate il fuoco si risponderà con il fuoco”. Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, il fuoco dei carri armati dello Stato ebraico ha colpito Markaba, Wazzani e Kfarchouba, tutte situate entro due chilometri dalla linea blu che demarca il confine tra Libano e Israele. Una fonte ha riferito che due persone sono rimaste ferite a Markaba.
Hezbollah: “fuoco israeliano contro i civili è violazione della tregua”
Secondo Hassan Fadlallah, membro di Hezbollah nel parlamento libanese, è Israele ad aver violato l’accordo di cessate il fuoco, avendo sparato sui civili che tornavano nei loro villaggi lungo il confine meridionale del Libano con Israele. “Il nemico israeliano sta attaccando coloro che tornano ai villaggi di confine”, ha detto Fadlallah ai giornalisti dopo una sessione parlamentare. “Oggi ci sono violazioni da parte di Israele, anche in questa forma”, ha aggiunto.
Esercito libanese: non avvicinarsi a zone con presenza Idf
L’esercito libanese ha infatti rilasciato una dichiarazione in cui avverte i cittadini che tornano nei villaggi e nelle città del confine meridionale libanese, principalmente nei distretti di Tiro, Bint Jbeil e Marjayoun, di non avvicinarsi alle aree in cui si trovano le forze nemiche israeliane, poiché potrebbero essere esposti al fuoco nemico. Le forze dell’esercito libanese hanno iniziato a dispiegarsi a sud del fiume Litani, in conformità con l’accordo di cessate il fuoco e in coordinamento con le forze Unifil. Lo riferiscono i media israeliani.
21 palestinesi uccisi a Gaza da attacchi israeliani
Intanto a Gaza la situazione peggiora persino in quella che sembra un’escalation il giorno del cessate il fuoco in Libano. Secondo Hamas, gli attacchi militari israeliani di ieri hanno ucciso almeno 21 palestinesi in tutta la Striscia, mentre l’Idf avrebbe intensificato gli attacchi nelle aree centrali di Gaza e i carri armati si sono spinti più in profondità nel nord e nel sud dell’enclave. L’esercito non ha commentato.
Hamas: “Niente pace se non verrà risolta la questione palestinese”
“Sappiate che qualsiasi accordo con il Libano, con lo Yemen o con l’Iran non porterà sicurezza alla regione. Non ci sarà pace fin quando la questione palestinese non verrà risolta”. Lo ha spiegato in un’intervista a Repubblica Basem Naim, membro cui Hamas affida le relazioni internazionali.
La strage del 7 Ottobre – prosegue – “come un’operazione chirurgica, produce dolore, sanguinamento e complicazioni, ma noi siamo convinti che andasse fatta”, poiché “ha riportato la questione palestinese al centro dell’attenzione al momento giusto. Noi combattiamo per il nostro popolo oppresso”. Sulla tregua in Libano, Naim ha commentato: “Non era solo Hezbollah a decidere. Se il popolo libanese ha deciso che è nel loro interesse accordarsi con Israele a noi sta bene – commenta –perché il nostro obiettivo non era far distruggere il Libano da Netanyahu”.
C’è poi la questione dei prigionieri israeliani che non sono stati ancora liberati. “Il negoziato è fermo, sabotato da Netanyahu. Il 2 luglio Hamas aveva approvato la bozza finale di un accordo basato sulla proposta israelo-americana di maggio, quella per cui Biden aveva fatto il famoso discorso in tv. Netanyahu all’ultimo ha aggiunto condizioni inaccettabili, come lasciare l’Idf nel Corridoio Philadelphi”.
Borrell, “La creazione dello Stato palestinese sia l’obiettivo”
L’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, a margine della riunione dell’alleanza globale per la soluzione a due Stati in Medio Oriente ha detto “siamo qui per lavorare per la creazione di uno Stato palestinese, deve essere un obiettivo”. “Sappiamo quanto sia difficile perché oggi sfortunatamente la società israeliana è colonizzata dall’interno dall’estremismo e dalle persone violente – ha aggiunto -: i coloni non si stanno solo espandendo sul territorio israeliano, stanno colonizzando la mente delle persone. È la cosa più pericolosa che la società” israeliana “sta affrontando perché sta minando le fondamenta della loro democrazia. Dopo quello che è successo a Gaza e quello che sta succedendo in Cisgiordania, questo è un Israele diverso”.