Un Rudy Giuliani, visibilmente agitato, ha lamentando, in aula, le sue difficoltà finanziarie di fronte a una sentenza di diffamazione da 146 milioni di dollari. Per il giudice Lewis Liman, non avrebbe rispettato gli ordini di consegna dei suoi beni. “Le accuse sono infondate – ha replicato l’ex Sindaco di New York – Non possiedo un’auto, carta di credito, né contanti; i miei conti sono bloccati e non riesco a pagare le bollette”. L’udienza si è svolta in risposta alle affermazioni degli avvocati di Ruby Freeman e Shaye Moss, ex lavoratrici elettorali della Georgia, che Giuliani aveva diffamato nel 2020. Joseph Cammarata, nuovo avvocato dell’accusato, ha affermato che l’ex sindaco della Grande Mela ha consegnato una Mercedes-Benz SL 500 del 1980, appartenuta a Lauren Bacall. Consegnata, secondo Aaron Nathan, avvocato di Freeman e Moss, senza il titolo di proprietà. Alla richiesta di Liman di consegnare tale titolo, Giuliani ha ribattuto: “Ho cercato di farlo!”, lamentando le sue difficoltà finanziarie. Problemi anche con l’appartamento a Manhattan, del valore di oltre 5 milioni di dollari del quale, sebbene i curatori abbiano accesso, non ha consegnato chiavi, azioni o contratto di locazione. Il giudice ha respinto la richiesta di Cammarata per una proroga di alcune scadenze, avvertendo che Giuliani potrebbe affrontare sanzioni o incarcerazione se non rispetta gli ordini. Il processo è fissato per il 16 gennaio. Dopo l’udienza, Giuliani ha affermato che il processo non è necessario poiché si aspetta un verdetto avverso da Liman, definito “democratico di sinistra”, nonostante sia stato nominato da Trump. Freeman e Moss citarono in giudizio Giuliani per le false accuse di frode elettorale ricevute. Una giuria aveva assegnato loro un risarcimento di 148 milioni di dollari, poi ridotto a 146 milioni. Alla domanda se si fosse pentito delle sue azioni, Giuliani ha risposto: “Non mi pento per un minuto. Mi rammarico solo della persecuzione subita”.