Funzionari governativi del Pakistan, hanno incontrato, domenica, i capi tribali nel nord-ovest dello Stato per mediare un cessate il fuoco tra gruppi settari rivali, dopo giorni di violenti scontri che hanno causato circa 68 morti e decine di feriti. I disordini sono iniziati nella giornata di giovedì quando uomini armati hanno attaccato convogli di veicoli civili, uccidendo circa 40 persone, principalmente musulmani sciiti. Questo ha provocato attacchi di ritorsione contro i residenti sunniti, portando a battaglie tra gruppi armati di entrambe le fazioni. Da decenni, le tensioni tra musulmani sciiti e sunniti si concentrano su una disputa territoriale nel distretto di Kurram, vicino al confine afghano. Muhammad Ali Saif, ministro dell’informazione della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, ha riferito che una delegazione governativa è arrivata, sabato, a Parachinar, la città principale del distretto, per incontrare i leader delle due fazioni. La delegazione ha inizialmente incontrato i leader sciiti e ha programmato di incontrare domenica quelli sunniti, per mediare un cessate il fuoco e avviare un processo di risoluzione del conflitto. “Ci sono stati sviluppi positivi nei colloqui con le parti coinvolte”, ha dichiarato. Due fonti governative, che hanno preferito mantenere l’anonimato, hanno riferito che il numero delle vittime nelle rappresaglie successive agli attacchi di giovedì è salito a circa 28. Si teme che il bilancio possa aumentare, poiché le comunicazioni nella zona sono interrotte e le informazioni sulle vittime sono difficili da ottenere. Hanno anche riferito che un elicottero della delegazione è stato colpito, ma è atterrato in sicurezza. Gruppi armati hanno attaccato insediamenti rivali, costringendo molte famiglie ad evacuare, mentre mercati e scuole rimangono chiusi. Secondo le autorità, alcune stazioni di servizio sarebbero state incendiate.