L’agenzia di stampa libanese Ani definisce il raid israeliano su Beirut un “massacro orribile”, riferendo che l’esercito israeliano “ha completamente distrutto un edificio residenziale di otto piani, situato in via al-Ma’moun, nel quartiere di Basta, con cinque missili”. La stessa agenzia ufficiale denuncia un “numero elevato di morti e feriti”, almeno 4 morti e 32 feriti secondo un primo bilancio. Secondo fonti di sicurezza, almeno quattro missili sono stati lanciati su Beirut, mentre diversi media locali ipotizzano che gli aerei che hanno effettuato gli attacchi abbiano lanciato dei “bunker buster”, munizioni che possono penetrare nel sottosuolo prima di esplodere. Sul posto prosegue la rimozione delle macerie sul luogo del raid e le immagini documentano la disperazione dei residenti. Inoltre, secondo il New York Times, che ha analizzato con esperti un video diffuso dall’esercito israeliano, gli aerei che il 27 settembre hanno bombardato il quartier generale di Hezbollah nella periferia sud di Beirut e causato la morte di Hassan Nasrallah, erano equipaggiati di almeno 15 bombe di una tonnellata, inclusa la BLU-109 di fabbricazione statunitense
Palazzo raso al suolo più grave bilancio vittime
Si è aggravato ieri sera il bilancio delle vittime dei violenti attacchi notturni israeliani su Beirut, ora a 12 morti e 23 feriti. Lo riferisce il responsabile del centro di protezione civile di Bachoura, Hassan Yassine. Secondo il ministero della Salute libanese, le vittime sarebbero invece 11 – e non piu’ quattrpo – e i feriti 63, invece di una ventina, come riporta il quotidiano locale L’Orient Le Jour. Un edificio di otto piani è stato completamente distrutto dai violenti attacchi israeliani su Basta el-Faouqa. I media israeliani parlano di un attacco contro un alto funzionario di Hezbollah. Si tratta del quarto attacco questa settimana in una zona centrale di Beirut. Le operazioni di ricerca continuano a Basta el-Faouqa, nel cuore di Beirut. Secondo un soccorritore, sotto le macerie restano delle persone disperse. “Il cratere è molto, molto grande”, ha commentato un soldato libanese presente sulla scena. Il cratere è inaccessibile e invisibile alla stampa, protetto da un cordone di sicurezza.
Altri raid israeliani sono in corso nei sobborghi meridionali della capitale libanese, poco dopo l’ordine di evacuazione lanciato dall’Idf. Altre due persone sono state uccise e una ferita nell’attacco di droni israeliani che ha preso di mira quattro pescatori su una spiaggia a Tiro, nel sud del Libano. Gli uomini colpiti sarebbero originari del campo profughi palestinese di Rachidiye, abituati a recarsi su questa spiaggia ogni giorno.
Borrell: richiesta Cpi non è antisemita
“La decisione della Cpi” di spiccare mandati d’arresto nei confronti del premier israeliano Benyamin Netanyahu e dell’ex ministro della difesa Yoav Gallant “non ha nulla a che fare con l’antisemitismo e non è una decisione politica. Sono allarmato dall’estrema politicizzazione delle reazioni alla decisione della Corte”. Lo ha ribadito l’ Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, durante la conferenza della coalizione dei due Stati sul Medio Oriente a Cipro. “Voglio alzare la mia voce a sostegno della Corte penale internazionale e ricordare che le sue decisioni sono vincolanti per i paesi Ue”.
Crosetto: no ad equiparare Netanyahu a terroristi
“La linea del Governo è quella di approfondire le motivazioni della sentenza che, a primo acchito, sembra una sentenza più politica che tecnica”. Così, a Napoli, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in merito al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale su Benjamin Netanyahu. “Ma la cosa che ha colpito di più, e che io ho detto sin dal primo momento, è che abbiamo trovato inaccettabile e assurdo mettere sullo stesso piano i leader di un’organizzazione terroristica che ha attaccato innocenti con chi guida legittimamente uno stato democratico e si sta difendendo”.
Tajani: su esteri decidiamo io e il premier
“La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. È una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”. Così il ministro degli esteri Antonio Tajani su Repubblica, sulle dichiarazioni di Salvini su Netanyahu. “Poi naturalmente un leader di partito parla di quello che vuole. Sono posizioni politiche legittime che ciascuno può esprimere. Ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell’esecutivo. Io tendo a evitare di rispondere a nome del governo su questioni legate alle competenze degli altri ministri”.
Khan Younis, colpiti bimbi e donne
Almeno sei persone, metà delle quali erano bambini e due donne, sono state uccise negli attacchi aerei lanciati dall’esercito israeliano nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono i giornalisti di Associated Press sul posto e il personale dell’ospedale Nasser. Dopo l’attacco, i giornalisti di AP hanno visto persone piangere su quello che sembrava essere il corpo senza vita di un uomo, e bambini insanguinati sono stati visti mentre si aiutavano l’un l’altro ad allontanarsi dalle macerie.
Erdogan: sentenza Cpi atto coraggioso
Secondo il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro Netanyahu e Gallant e un atto “coraggioso” ed è “importante per recuperare la fiducia dell’umanità nel sistema della giustizia. Secondo Erdogan, citato dall’agenzia Anadolu, le organizzazioni internazionali e i media internazionali, infatti, “chiudono un occhio sui crimini contro l’umanità” commessi in Palestina, in Libano e altrove. “il sangue dei martiri e dei feriti in Palestina ricade non solo sugli assassini, ma anche sui chi non fa nulla per fermarli”, ha dichiarato ancora il presidente turco.