Nel 2024 la gestione dei rifiuti in Italia si presenta con luci e ombre. La spesa media sostenuta dalle famiglie per il servizio di raccolta è aumentata, raggiungendo i 329 euro annui (+2,6% rispetto al 2023). Ma il dato positivo arriva dalla raccolta differenziata, che finalmente ha superato l’obiettivo nazionale del 65% fissato per il 2012: nel 2022 si è attestata al 65,2%, con un incremento dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Nonostante questi progressi, permangono significative differenze regionali, con il Sud dove si spende di più e si differenzia di meno.
Nord più virtuoso, Sud più caro
Secondo il Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, le tariffe variano considerevolmente tra le regioni. Il Trentino Alto Adige è la regione più economica con una spesa media di 203 euro, mentre la Puglia è la più costosa con 426,50 euro (+4% rispetto al 2023). A livello di capoluoghi di provincia, Catania si conferma il più costoso, con una tariffa annua di 594 euro, invariata rispetto al 2023, mentre Trento resta il meno caro con 183 euro, leggermente in calo rispetto all’anno precedente.
Tra i capoluoghi più costosi entrano Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani, mentre Benevento, Latina, Messina e Salerno escono dalla top ten. Sul fronte opposto, Siena entra nella classifica dei capoluoghi meno costosi, mentre Bolzano ne esce.
Raccolta differenziata
Nel 2022, il 65,2% dei rifiuti urbani è stato differenziato, con il Nord che si conferma leader con una percentuale del 71,8%, seguito dal Centro (61,5%) e dal Sud (57,5%). Ma in alcune città i livelli di raccolta restano ben al di sotto degli standard richiesti. Palermo, a esempio, si ferma al 15,6%, seguita da Crotone (21,4%), Catania (22%) e Foggia (26%). A livello nazionale, la frazione organica rappresenta il principale contributo alla raccolta differenziata (38,3%), seguita da carta (19,3%), vetro (12,3%) e plastica (9%). Rimangono invece marginali i rifiuti RAEE (1,4%) e tessili (0,8%), settori in cui si registrano ritardi preoccupanti.
Le criticità del sistema
Secondo Tiziana Toto, Responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, “la gestione dei rifiuti in Italia presenta ancora criticità significative, come la carenza di impianti di trattamento e il ricorso eccessivo alle discariche”. Toto sottolinea anche l’urgenza di ridurre la produzione di rifiuti, soprattutto in settori critici come i tessili e i RAEE. L’Italia immette sul mercato 23 kg pro capite di prodotti tessili ogni anno, ma ne raccoglie solo 2,7 kg per abitante, una percentuale che contribuisce al fatto che solo l’1% dei rifiuti tessili viene riciclato correttamente.
Famiglie italiane
Un’indagine condotta da Eurers nel 2024 evidenzia che l’85% delle famiglie italiane si dichiara sensibile al ciclo dei rifiuti e che l’89,5% afferma di differenziare. Tuttavia, solo il 61% dei rifiuti viene differenziato correttamente. Tra i principali ostacoli emergono la scarsa chiarezza sulle regole di separazione (55,7%); un servizio inadeguato (52,4%); l’assenza di incentivi economici (47,2%). In questo contesto, il 62,4% delle famiglie suggerisce che vantaggi in bolletta potrebbero incentivare comportamenti più virtuosi, mentre il 40% chiede maggiori campagne di sensibilizzazione.