La preoccupazione dell’Associazione nazionale magistrati è tornata a farsi sentire con forza, alimentando lo scontro ormai aperto tra magistratura e governo. Nel documento approvato oggi dal ‘Parlamentino’ dell’Anm, i magistrati hanno espresso forti riserve sull’impatto delle nuove misure legislative, tra cui il decreto flussi e l’emendamento che delega alle Corti d’Appello la gestione dei ricorsi contro i trattenimenti dei migranti disposti dai Questori. L’Anm ha evidenziato come le nuove norme possano compromettere l’organizzazione e l’efficienza degli uffici giudiziari. In particolare, la reintroduzione del reclamo in Corte d’Appello e i ricorsi contro i trattenimenti dei migranti rischiano, secondo i magistrati, di sovraccaricare le già fragili strutture giudiziarie “È grave la preoccupazione dell’Anm per l’impatto che potranno avere sull’organizzazione degli uffici giudiziari, sulla loro capacità di mantenere un accettabile grado di efficienza del servizio”: questo il monito espresso dall’organo direttivo, che ha richiesto un intervento del Consiglio superiore della magistratura per garantire la tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura.
Lo scontro con la politica
Le tensioni sono emerse chiaramente nei recenti episodi di contrapposizione tra le decisioni dei magistrati e le politiche governative, in particolare sulla gestione dei migranti destinati all’Albania. La Cassazione, in un ulteriore documento, ha denunciato un aumento degli attacchi politici ai provvedimenti giudiziari, criticati non sul piano tecnico-giuridico, ma per il loro mancato allineamento con l’indirizzo politico della maggioranza. Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ha parlato di un clima diventato “pesante”, invitando il governo a ridurre la tensione e ricordando che il conflitto attuale non è stato causato dalla magistratura: “Non sono nella nostra disponibilità gli strumenti per sedare un conflitto a cui non abbiamo dato causa”.
La replica della politica
Non si è fatta attendere la risposta, sarcastica e polemica, della Lega, che ha accusato la magistratura di auto-screditarsi: “Per screditare la magistratura basta la magistratura che blocca le espulsioni dei clandestini delinquenti, libera gli spacciatori per errore, va in piazza contro il governo”. Nel mezzo del dibattito, l’anm ha evocato l’intervento del Ministro della Giustizia, affinché si scongiuri un possibile collasso delle Corti d’Appello. I magistrati avvertono che il sovraccarico di lavoro potrebbe compromettere gli obiettivi del Pnrr, rendendo vano lo sforzo straordinario degli uffici giudiziari: “È necessario evitare un irragionevole aggravamento della già fragile struttura delle Corti d’Appello”.