Negli Stati Uniti, molte donne incinte, specialmente nel Sud, si trovano ad affrontare cure prenatali inadeguate, aggravate da inquinamento atmosferico e caldo estremo. Lo riporta uno studio di March of Dimes. Nel suo rapporto annuale, pubblicato giovedì, l’organizzazione ha assegnato agli USA un deludente voto D+ basato sul numero di bambini nati prematuramente nel 2023. L’anno scorso, il tasso di nascite premature era del 10,4%, mentre nel 2022 era del 10,5%. Nel 2013 il tasso era del 9,8%. “È davvero frustrante – ha dichiarato la dottoressa Sarahn Wheeler, specialista in medicina materno-fetale presso il Duke University Medical Center di Durham, North Carolina – Mi prendo cura di pazienti che rappresentano le storie umane dietro questi numeri”. Secondo il documento, circa 370.000 bambini sono nati a 37 settimane di gestazione e i prematuri sono spesso a rischio più elevato di disabilità fisiche o intellettive. Il problema è particolarmente acuto nelle aree prive di medici, infermieri, ostetriche o centri medici specializzati in assistenza alla maternità. Tra gli stati con il più alto numero di nascite premature figurano Alabama, Arkansas, Georgia, Louisiana, Mississippi e Carolina del Sud. “L’assistenza prenatale inadeguata ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni, arrivando a un allarmante 15,7%”, ha dichiarato la dottoressa Amanda Williams, responsabile medico ad interim della March of Dimes – Oltre il 40% delle donne incinte è stato esposto a calore estremo e quasi tre quarti vivevano in aree con una cattiva qualità dell’aria, come rilevato dal rapporto. Si sta facendo sempre più chiaro che fattori come il cambiamento climatico influenzano significativamente le nascite premature”. Wheeler ha sottolineato, inokltre, che la ricerca “evidenzia la necessità di un impegno serio nella ricerca per comprendere la nascita pretermine come un processo patologico, con l’obiettivo di offrire terapie migliori e una maggiore speranza per queste famiglie”.
