Negli ultimi anni l’Italia ha registrato un aumento del 47% nell’importazione di fiori stranieri, un fenomeno che desta preoccupazione nel settore del florovivaismo. Alla base di questo incremento vi sono le triangolazioni dall’Olanda, che agevolano l’ingresso nel nostro Paese di prodotti coltivati in Paesi extracomunitari, dove spesso le normative europee in materia di tutela ambientale e diritti dei lavoratori non trovano applicazione. Si tratta di una dinamica che appresenta una minaccia per un comparto che costituisce un’eccellenza del Made in Italy, con un fatturato annuale di oltre 3,2 miliardi di euro, un aumento del 22% rispetto a dieci anni fa. La denuncia arriva dalla Coldiretti, che durante l’Assemblea nazionale dei fiori Made in Italy a Sanremo ha lanciato l’allarme sulla sostenibilità economica e ambientale del settore. L’evento, organizzato in collaborazione con Assofloro, Affi, il Comune di Sanremo, Myplant&Garden e la Camera di Commercio Riviere di Liguria, ha visto la partecipazione di esperti e rappresentanti istituzionali, tra cui Ettore Prandini, Presidente nazionale di Coldiretti, Nada Forbici, Presidente Assofloro, e Cristiano Genovali, Presidente Affi.
Nonostante i successi del florovivaismo italiano, che conta oltre 27.000 aziende e quasi 200.000 addetti lungo tutta la filiera, il settore vive un momento complesso. Le importazioni selvagge non solo erodono il mercato interno, ma mettono a rischio l’identità e la qualità dei prodotti italiani, che si distinguono per garanzie di origine, sostenibilità e innovazione.
Un settore in difficoltà
A pesare sono anche altri fattori: l’aumento dei costi di produzione dovuto alle tensioni internazionali, le pratiche commerciali sleali che penalizzano i produttori italiani e gli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici. Questi ultimi incidono sulla disponibilità di acqua e sull’adattabilità delle coltivazioni, rendendo la produzione sempre più vulnerabile. Durante l’Assemblea, è stato sottolineato il valore delle piante e dei fiori italiani, che rappresentano un fiore all’occhiello del Made in Italy. La necessità di valorizzare queste eccellenze è stata ribadita come priorità, insieme all’appello alle Istituzioni e ai consumatori finali. “Scegliere un fiore italiano significa sostenere un prodotto di qualità, rispettoso dell’ambiente e del lavoro, che riflette la tradizione e l’innovazione del nostro Paese”, ha dichiarato Prandini.
Il settore florovivaistico non è solo un elemento di bellezza e cultura, ma anche un pilastro economico che merita maggiore protezione e valorizzazione. I partecipanti all’Assemblea hanno discusso proposte per contrastare le importazioni indiscriminate e promuovere politiche a favore della sostenibilità e della tracciabilità dei prodotti.
Una sfida cruciale
Il futuro del florovivaismo italiano dipende dalla capacità di affrontare le sfide attuali con una strategia che coniughi tradizione e innovazione. Come emerso durante l’Assemblea, il settore ha bisogno di un maggiore supporto per competere a livello internazionale e per tutelare la sua unicità.