lunedì, 21 Ottobre, 2024
Cultura

Chi sarà la Capitale italiana della Cultura 2027 tra le 20 città concorrenti grandi e piccole?

Intanto è opportuno ricordarci che l’attuale Capitale Italiana della Cultura è Pesaro a cui seguirà Agrigento nel prossimo anno 2025 e alla città de L’Aquila per il 2026. Sono grandi responsabilità insieme a soddisfazioni e a motivo di orgoglio per le singole amministrazioni e le rispettive collettività godere di un tale privilegio che trascina innumerevoli benefici non solo di immagine ma anche economici. Non è, quindi, solamente il contributo statale di un milione di euro utile per realizzare le attività progettate e rilanciare il proprio territorio attraverso la cultura. Quest’anno al concorso a Capitale italiana della Cultura per il 2027 hanno partecipato ben 20 Comuni grandi e piccoli, tra cui un capoluogo di Regione, 5 province e numerosi piccoli comuni appartenenti complessivamente a nove Regioni sulle 20 di cui si compone l’Italia.

In lizza

Una sola città concorrente da ciascuna delle seguenti Regioni: Sicilia, Mazzarino (Caltanissetta); Basilicata, Aliano (Matera); Abruzzo, Loreto Aprutino (Pescara); Friuli Venezia Giulia, la città di Pordenone. Concorrono due città dalla Liguria, La Spezia e Savona; dalla Toscana, Fiesole (Firenze) e Massa (Massa Carrara). Dalla Puglia concorrono tre città ed esattamente Alberobello (Bari), Brindisi e Gallipoli (Lecce). Dalla Calabria le città concorrenti sono ben 4 e precisamente Aiello Calabro, Morano Calabro entrambe della provincia di Cosenza, Taverna di Catanzaro, nonché lo stesso capoluogo di Regione, cioè Reggio Calabria.

Campania in grande spolvero Dalla Campania vi è il maggior numero di concorrenti, 5 città ed esattamente: Acerra e Pompei della provincia di Napoli, Caiazzo e Santa Maria Capua Vetere della provincia di Caserta e Sant’Andrea di Conza della provincia di Avellino. Dalle predette venti città, entro il 12 dicembre p.v. saranno selezionare le 10 finaliste sulla base di ciascun dossier che dovrà contenere un titolo; il progetto culturale della durata di un anno, con tutte le singole attività previste; l’organo incaricato della elaborazione e della promozione del progetto, della sua attuazione e del monitoraggio dei risultati, con l’individuazione della figura responsabile, nonché la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria del progetto culturale proposto ed, infine, gli obiettivi perseguiti.

Al momento, però, sono già rimaste 17 le città che hanno presentato ciascuna la propria proposta progettuale con i seguenti rispettivi titoli: Acerra “I Segreti di Pulcinella”; Aiello Calabro “Aiello “Ajello terra antica et grossa et nobile et civile…”; Alberobello “Pietramadre”; Aliano “Terra dell’altrove”; Brindisi “Navigare il futuro”; Caiazzo “La bellezza delle piccole cose”; Gallipoli “La bella tra terra e mare”; Mazzarino “Mazaris il grano e le identità plurali”; Morano Calabro “Morano Calabro: Le Quattro Porte del Sapere. Un Viaggio tra cultura, Scienza, Natura e Spiritualità”; Pompei “Pompei “Pompei Continuum”; Pordenone “Pordenone 2027. Città che sorprende”; Reggio Calabria con “Cuore del Mediterraneo”; Sant’Andrea di Conza con “Incontro tempo”; Santa Maria Capua Vetere con “Cultura Regina Viarum – Spartacus Resurgit”; La Spezia con “Una cultura come il mare”; Savona con “Nuove rotte per la cultura”; Taverna con “Bellezza interiore”.

La scelta

La capitale italiana della cultura viene scelta da una commissione di sette esperti nominata ogni anno dal Ministero della Cultura. La città prescelta nell’intero periodo di un anno ha la possibilità di far conoscere in vari modi la propria vita coi propri caratteri originali e i fattori che ne determina lo sviluppo culturale dell’intera comunità. Tanto per entrare nel merito del complesso lavoro della Commissione nel selezionare la Città vincitrice si riportano di seguito le motivazioni delle ultime tre Città aggiudicatarie del titolo di Capitale italiana della cultura ed esattamente di Pesaro, in atto capitale della cultura 2024, di Agrigento, capitale della cultura 2025 e de L’Aquila, capitale della cultura 2026.

La scelta di Pesaro Città della cultura 2024 è avvenuta in un contesto durante l’invasione russa dell’Ucraina e il Sindaco pro-tempore Matteo Ricci – attuale parlamentare europeo – ha voluto dedicare la vittoria alla città Ucraina di Kharkiv, gemellata a Pesaro. Un gesto simbolico a conferma del potere della cultura che è anche in grado a svolgere un ruolo efficace come strumento di pace.

Natura della Cultura

Il titolo del dossier la “Natura della Cultura”, avrebbe condensato una proposta che unisce appunto cultura, natura e tecnologia. La Commissione l’ha designata città italiana della cultura 2024, all’unanimità, con la seguente motivazione: “La città di Pesaro offre al `Paese una eccellente candidatura basata su un progetto culturale che, valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistico-ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, l’innovazione, lo sviluppo socio-economico. In questa prospettiva, la proposta conferisce il giusto equilibrio a natura, cultura e tecnologia, tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. L’enfasi data al valore della cittadinanza come riconoscimento e come pratica attraverso concreti esercizi, oggi più che mai, afferma una direzione che può generare contributi per altre esperienze future. Lo sforzo di coinvolgimento delle giovani generazioni in un programma impegnativo appare particolarmente interessante alla luce delle sfide che l’incertezza dei tempi propone. La valorizzazione del rapporto tra città e territorio con un programma esteso in modo articolato a tutti i comuni della provincia integra voci rendendo corale il conseguimento del titolo di Capitale della cultura.” Agrigento si è aggiudicata il titolo di Città italiana della Cultura per il 2025 con la seguente motivazione: “Agrigento assume come centro del proprio dossier di candidatura la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, coinvolgendo l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia e ponendo come fulcro il tema dell’accoglienza e della mobilità. Il progetto risponde in modo organico all’obiettivo di presentare a un pubblico vasto un programma di grande interesse a livello territoriale, ma anche nazionale e internazionale. Il ricco patrimonio culturale del territorio è il volano con cui si valorizza la variegata offerta culturale proposta in un’ottica di innovazione, promozione e, di conseguenza, di un successivo sviluppo socio-economico, che trova ispirazione nei concept tecnologici più moderni. Il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni potrà promuovere la cultura come caposaldo della crescita individuale e comunitaria”.

L’Aquila è Capitale italiana della cultura per l’anno 2026, sulla base del titolo “L’Aquila. Città Multiverso”, con la seguente motivazione: “Il dossier propone un modello di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale e artistico e naturale, mira al recupero dell’identità, puntando sulla cultura, intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità. Il progetto coinvolge un numero rilevante di realtà, creando un forte collante con i territori circostanti. Il budget previsto è coerente con gli obiettivi. La strategia di spesa indicata è destinata ad avere un importante effetto moltiplicatore. Il palinsesto degli eventi e delle iniziative si sviluppa per l’intero anno e copre tutto il panorama delle espressioni artistiche e culturali, cinema, teatro, musica e arti visive. Apprezzata l’attenzione ai giovani, che non saranno solo fruitori ma attori. Il progetto adempie agli indicatori del bando, con una buona integrazione tra pubblico e privato; molto apprezzato la centralità e il coinvolgimento del sistema museale e bibliotecario e universitario. Il giudizio è eccellente”.

Bando da integrare

Nella circostanza il Presidente della Commissione, evidenziando il difficile compito di selezionare tra tante città meritevoli, sottolineava – alla presenza del Ministro pro-tempore – quanto segue: “Proponiamo di integrare il bando istituendo in futuro un riconoscimento anche alle altre finaliste”. Nel delicato lavoro della commissione sono previste anche audizioni pubbliche prima che si giunga alla data programmata del 28 marzo del 2025 entro cui proclamare la Capitale italiana della Cultura 2027.

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