martedì, 8 Ottobre, 2024
Agroalimentare

80 anni di Coldiretti, una storia di riscatto e progresso

Nell’ottobre del 1944 Paolo Bonomi fonda la Coldiretti, dando vita a una nuova realtà per le famiglie coltivatrici, che per la prima volta trovano una voce unitaria in grado di rappresentare i loro interessi. Questo segna l’inizio di un percorso di riscatto sociale ed economico per il mondo agricolo italiano. Le famiglie dei contadini, spesso dimenticate e marginalizzate, vedono finalmente la possibilità di un cambiamento reale. Il primo grande traguardo arriva nel 1950, con l’approvazione della riforma agraria, frutto di un lungo cammino di mobilitazioni e proteste. Una delle manifestazioni più memorabili si tiene allo Stadio di Domiziano a Roma, dove migliaia di contadini si radunano per sostenere le loro richieste.

Le leggi Sila, stralcio e per la Sicilia, promosse dalla Coldiretti e supportate da figure di rilievo come Alcide De Gasperi e i ministri dell’agricoltura Antonio Segni e Amintore Fanfani, segnano un momento decisivo per l’agricoltura italiana. Queste leggi avviano una redistribuzione senza precedenti di terreni: 3,6 milioni di ettari vengono sottratti ai latifondi improduttivi e agli enti ecclesiastici e assegnati a piccoli agricoltori. Da questo cambiamento nascono oltre un milione di nuove imprese agricole, fornendo una spinta decisiva all’economia rurale del Paese.

Bonomi, nato in una famiglia di mezzadri, militante di Azione Cattolica e comandante partigiano, dimostra un’eccezionale capacità di visione. Con il supporto di personalità influenti come De Gasperi, Pio XII e mons. Giovanni Battista Montini (futuro papa Paolo VI), fonda la Coldiretti in via del Seminario 113 a Roma. A differenza di molti sindacati e partiti rinati dopo la caduta del fascismo, che riprendono gli stessi quadri dirigenti del passato, Bonomi compie una vera innovazione, dando vita alla prima associazione di famiglie coltivatrici in Italia e in Europa. Questa nuova organizzazione non solo rappresenta un’importante novità per il mondo agricolo, ma anche un esempio di modernità e progresso per l’intero Paese.

Il programma di Bonomi è ambizioso: riconoscere i diritti lavorativi e sociali di circa otto milioni di piccoli agricoltori, mezzadri e affittuari, che fino a quel momento erano privi di qualsiasi tutela. La sua visione si concretizza rapidamente: già nel gennaio 1945, dopo soli tre mesi, la Coldiretti conta oltre un milione di iscritti. In breve tempo, migliaia di sezioni vengono create in tutta Italia, nelle aree rurali liberate dal fascismo, coinvolgendo un vasto numero di agricoltori.

La rapida crescita dell’associazione dimostra la sua capacità di rappresentare trasversalmente gli interessi dei contadini, senza barriere ideologiche. Quando si svolgono le elezioni del primo Parlamento, il 18 aprile 1948, la Coldiretti porta circa 70 deputati e senatori provenienti dalle fila contadine. Questi rappresentanti si impegnano a presentare e sostenere proposte di legge fondamentali per il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro nelle campagne italiane, tra cui la riforma agraria, l’assistenza sanitaria e le pensioni.

Le battaglie politiche e sociali condotte dalla Coldiretti negli anni successivi diventano la spina dorsale della legislazione per il mondo agricolo, portando a importanti conquiste che segnano la fine di una lunga marginalizzazione. Grazie all’impegno di Bonomi e alla determinazione della Coldiretti, i contadini italiani ottengono pari diritti rispetto agli altri lavoratori e cittadini, e le campagne escono finalmente da un isolamento economico e sociale che durava da secoli. Questo lungo processo di emancipazione non solo ha contribuito a modernizzare l’agricoltura, ma ha anche permesso ai coltivatori diretti di giocare un ruolo centrale nella crescita economica dell’Italia.

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