Il secondo trimestre del 2024 presenta una situazione in miglioramento per quanto riguarda i conti pubblici italiani e il benessere economico delle famiglie, nonostante alcune difficoltà nel settore delle società non finanziarie. È questo in sintesi quanto uscito dallo studio dell’Istat in merito al ‘Conto trimestrale delle Ap, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società’.
Entrando nello specifico dei numeri, tra aprile e giugno l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, in rapporto al Prodotto interno lordo, è sceso al -3,4%, migliorando rispetto al -5,0% registrato nello stesso periodo del 2023.
Uno dei segnali più incoraggianti è la ripresa del saldo primario delle Ap (ossia l’indebitamento al netto degli interessi passivi), che è tornato positivo con un’incidenza sull’economia nazionale dell’1,1% del Pil, un miglioramento netto rispetto al -0,8% del secondo trimestre 2023. Anche il saldo corrente, che rappresenta il bilancio delle entrate e delle spese correnti, è risultato positivo, pari all’1,5% del Pil, in leggero aumento rispetto all’1,3% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.
Pressione fiscale in aumento
La pressione fiscale complessiva è stata pari al 41,3%, in crescita di 0,7 punti percentuali rispetto al secondo trimestre del 2023. Un numero che indica quindi un maggiore peso delle tasse sul reddito dei cittadini, ma, al contempo, il quadro economico per le famiglie consumatrici appare positivo. Il reddito disponibile delle famiglie è difatti cresciuto dell’1,2%, accompagnato da un aumento del loro potere d’acquisto, sostenuto dal rallentamento dell’inflazione. Anche i consumi sono aumentati, seppur moderatamente, con un incremento dello 0,4%. Interessante notare che la propensione al risparmio delle famiglie è salita al 10,2%, 0,8 punti percentuali in più rispetto al trimestre precedente, segnalando una tendenza dei nuclei familiari a risparmiare di più in un contesto economico percepito come più stabile.
In controtendenza rispetto al miglioramento dei conti pubblici e della situazione delle famiglie, il settore delle società non finanziarie ha registrato una diminuzione sia nella quota di profitto che nel tasso di investimento. La quota di profitto si è attestata al 42,6%, in calo di 1,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, mentre il tasso di investimento è sceso al 22,2%, con un decremento marginale di 0,1 punti percentuali.
Deficit in calo, potere d’acquisto
in crescita L’Istituto di statistica sottolinea il trend positivo relativo all’indebitamento pubblico: “Nel secondo trimestre del 2024, l’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è diminuita rispetto allo stesso trimestre del 2023; il saldo primario è tornato positivo per la prima volta dal quarto trimestre del 2019”. Inoltre, l’Istat evidenzia il miglioramento della condizione economica delle famiglie italiane: “Il potere d’acquisto delle famiglie aumenta per il sesto trimestre consecutivo, beneficiando del persistente rallentamento della dinamica dei prezzi”.
Nonostante la riduzione della quota di profitto delle società non finanziarie, l’Istat osserva che questa è la continuazione di una tendenza discendente iniziata dopo la fase ascendente registrata fino al primo trimestre del 2023, segnalando un assestamento nelle dinamiche dei profitti aziendali dopo un periodo di crescita.
In sintesi, il secondo trimestre del 2024 presenta una situazione in miglioramento per quanto riguarda i conti pubblici e il benessere economico delle famiglie, nonostante alcune difficoltà nel settore delle società non finanziarie.