Ci ha lasciato sabato a Maui, Hawaii, all’età di 88 anni, Kris Kristofferson, attore, musicista e attivista che incarnava lo spirito controculturale dell’America post-bellica. “Siamo grati per il tempo trascorso con lui – ha dichiarato la famiglia tramite il portavoce Ebie McFarland – Grazie per averlo amato. Quando vedrete un arcobaleno, sappiate che ci sta sorridendo dall’alto”. La causa della morte non è stata resa nota. Nato a Brownsville, Texas, si trasferì a Nashville, Tennessee, lavorando come custode in uno studio musicale e ispirato da Hank Williams e Bob Dylan.
La carriera
Nel 1970, Cash eseguì “Sunday Mornin’ Comin’ Down”, nominata canzone dell’anno dalla Country Music Association. Sebbene Kristofferson credesse di cantare come una “rana”, Janis Joplin rese “Me and Bobby McGee” una delle sue canzoni distintive. Dylan affermò: “Si può vedere Nashville prima e dopo Kris, perché lui ha cambiato tutto”. Nel 1971 vinse il suo primo Grammy Award con “Help Me Make It Through the Night” e nel 1973 con “From the Bottle to the Bottom” eseguita con Rita Coolidge. Nel 1977 vinse il Golden Globe per “A Star Is Born” al fianco di Barbra Streisand. Dopo i successi degli anni ’70, iniziò a bere troppo e a soffrire di depressione. “Ero in Nicaragua con i sandinisti – ha detto in un’intervista a Esquire nel 2006 – Ho sostenuto Leonard Peltier, Mumia Abu-Jamal, gli United Farm Workers. Sono un radicale da molto tempo”. Nel 2014, i Grammy Awards lo hanno premiato per il suo impegno nella vita. “Creando uno stile narrativo che ha introdotto intelligenza, umorismo, eloquenza emotiva, desiderio spirituale, vulnerabilità maschile e una sensualità diabolica nella musica country – ha affermato il cantautore e produttore discografico Rodney Crowell – Kris Kristofferson ha fatto tanto per espandere l’accessibilità mainstream di una forma d’arte troppo spesso fraintesa”. Kristofferson lascia la moglie Lisa, i figli Tracy, Kris Jr., Casey, Jesse, Jody, John, Kelly e Blake e sette nipoti.