Stop agli orrori della guerra. Di tutte quelle in atto, a partire dai conflitti in Ucraina e Medioriente. È quanto ha chiesto ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo, con un messaggio, alla Tavola Rotonda sul diritto umanitario in programma a Sanremo. “La guerra, per sua natura”, ha esordito il Capo dello Stato, “genera odio e consolida il rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali e dotati di pari dignità”, sottolineando come i conflitti, storicamente, abbiano promosso disuguaglianze e giustificato aggressioni in nome di abusate nozioni di “nemico secolare” e “spazio vitale”. Un chiaro riferimento alla devastazione del Secondo conflitto mondiale e alle motivazioni che, in passato, hanno alimentato i peggiori orrori della storia umana.
Mattarella ha ricordato come, al contrario, il Diritto internazionale umanitario, incarnato dalle Convenzioni di Ginevra e da altri trattati, rappresenti un baluardo di civiltà grazie a documenti, che sono i più ratificati a livello mondiale, che sanciscono il riconoscimento di una “fratellanza che unisce i popoli, al di là dei contrasti”.
Strumenti internazionali
L’importanza del Diritto internazionale umanitario, per Mattarella,non risiede soltanto nei suoi principi di equità e rispetto: “Lo scopo”, ha ribadito, “è porre un freno al piano inclinato degli orrori della guerra”. In questo contesto ha ricordato la centralità di strumenti internazionali come la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Convenzione contro il genocidio e quella contro la tortura, tutti testi che non ammettono ambiguità e ribadiscono il valore supremo della dignità umana. Mattarella ha quindi ricordato come il Diritto umanitario, e in particolare le Convenzioni di Ginevra, obblighino ogni parte in conflitto a rispettare le norme umanitarie, anche quando il nemico le abbia violate. Un principio che, per Mattarella, non lascia spazio a compromessi: “Il diritto umanitario va rispettato in ogni circostanza”.
Corsa agli armamenti
Mattarella ha poi lanciato un monito contro la corsa agli armamenti e il perseguimento della supremazia militare come strumento di dominio: “È una questione questa che non può certamente essere trascurata”, ha detto. E su questo punto ha ricordato che, in passato, quando il “vento del dialogo e della pace spirava”, fu possibile contenere e ridurre progressivamente il numero di armamenti a livello globale. Ha citato esempi di successi diplomatici, come il Trattato sul commercio delle armi, adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2013 e firmato da 113 Paesi. Mattarella ha poi ricordato che le norme dei trattati sottoscritti in sede internazionale non sono “scritte sull’acqua”, ma rappresentano un contributo essenziale alla costruzione di un mondo più sicuro e stabile. Il messaggio del Presidente è proseguito con un richiamo ai governi: “Gli strumenti pattizi lanciano un messaggio forte ai responsabili dei governi: la politica di potenza, la potenza dei singoli Paesi non servono la causa dell’umanità”.
Su Ucraina e Medioriente
Mattarella nel corso del suo intervento si è in primis soffermato, nello specifico, sull’aggressione russa all’Ucraina, sostenendo che l’attacco all’integrità e all’indipendenza di Kiev da parte della Russia ha scatenato u conflitto che rappresenta una grave violazione dell’ordine internazionale: “Il fatto che una guerra di aggressione sia stata scatenata da un Membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – dunque investito di maggiori responsabilità nel consesso internazionale – rende tutto questo ancora più grave”. Il Capo dello Stato ha inoltre evidenziato le conseguenze devastanti di questa guerra, che da oltre due anni provoca sofferenza e morte in Ucraina, colpendo in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione.
Mattarella ha espresso preoccupazione anche per il conflitto in Medio Oriente, che dal 7 ottobre scorso si è riacceso con una violenza disumana, colpendo duramente i civili, in violazione dei principi fondamentali del Diritto Internazionale Umanitario. “La tutela della popolazione civile, dei minori, delle donne, dei più fragili, è tema che interpella le coscienze anche a Gaza”. Ha quindi ricordato che l’articolo 3, comune alle quattro Convenzioni di Ginevra, impone che i civili siano espressamente sottratti alla violenza bellica e trattati con “umanità”. Ma la realtà attuale dipinga un quadro ben diverso: “Assistiamo purtroppo a una dinamica contraria: un bollettino quotidiano di uccisioni, distruzioni di infrastrutture, tra cui scuole, ospedali e campi profughi, attacchi contro operatori umanitari, personale medico, giornalisti, con lo spostamento forzato di centinaia di migliaia di persone”.