Il Munigi Health Center, nel territorio di Nyiragongo, Nord Kivu, Repubblica Democratica del Congo (RDC), lotta contro l’mpox, il vaiolo delle scimmie. Il personale medico opera instancabilmente per trattare i casi confermati e arginare la diffusione. Da metà giugno, il centro ha accolto 281 casi sospetti, di cui il 75% bambini sotto i 10 anni. In tutto il Nord Kivu sono stati segnalati oltre 500 casi. I pazienti vengono assistiti all’ospedale di Nyiragongo, dove l’organizzazione Medair ha allestito un sito per proteggere i più vulnerabili. ONG e governi africani stanno mobilitando la popolazione per combattere il virus. L’epidemia di mpox nella Repubblica Democratica del Congo sta colpisce duramente i bambini. Secondo l’Africa CDC, il Paese ha registrato circa 17.342 casi sospetti e 3.167 confermati in laboratorio, con 582 vittime. L’alta incidenza tra i bambini è dovuta all’intensità dei contatti e alla loro immunogenicità in sviluppo. Quasi il 40% di loro soffre di malnutrizione cronica. La riapertura delle scuole potrebbe aumentare il tasso di infezione. Nei campi per sfollati, gli operatori sanitari stanno sensibilizzando sui sintomi e le precauzioni. Pierre Olivier Ngadjole di Medair ha affermato che la risposta all’epidemia è in corso e c’è speranza di sconfiggere la malattia, con un tasso di guarigione superiore al 90%. Negli ultimi giorni, il Congo-Brazzaville ha riportato 21 nuovi casi. Dall’inizio dell’anno, il Paese ha registrato un totale di 158 casi sospetti. Il dottor Hemedi Tresor teme che la RDC non riuscirà a contenere l’epidemia. I primi 10.000 vaccini contro l’mpox dovrebbero arrivare in Africa questa settimana, donati dagli Stati Uniti alla Nigeria. Diversi funzionari della sanità pubblica hanno criticato il ritardo nella loro consegna. Solo ad agosto l’OMS ha avviato il processo per facilitarne l’accesso nei paesi poveri, costringendo i governi africani a richiedere donazioni ai paesi ricchi.