venerdì, 20 Settembre, 2024
Economia

Cgia: “Le bollette costano 2.900 euro l’anno”

Rispetto al pre-Covid le tariffe della luce sono raddoppiate

Tra il 2019 e il 2023, le famiglie italiane hanno visto aumentare notevolmente il costo delle bollette energetiche, con l’elettricità in crescita del 108% e il gas del 72,1%. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Ufficio studi della Cgia, che evidenzia come altre voci tariffarie abbiano subito incrementi più modesti, ma comunque superiori al tasso di inflazione del 16,3% registrato nello stesso periodo. In particolare, le forniture d’acqua sono aumentate del 13,2%, i servizi postali dell’8,6%, il trasporto urbano del 6,3%, il trasporto ferroviario del 4,5%, i taxi del 3,9%, la gestione dei rifiuti del 3,5% e i pedaggi autostradali del 3,3%. L’unica eccezione positiva è rappresentata dai servizi telefonici, il cui costo è diminuito dello 0,8%. Questi aumenti hanno pesato significativamente sui bilanci familiari, portando la spesa media annuale per le tariffe monitorate a oltre 2.900 euro per famiglia, pari al 12% della spesa complessiva. Tuttavia, l’ultimo anno ha visto un’inversione di tendenza: tra il primo semestre 2024 e lo stesso periodo del 2023, le bollette della luce sono calate del 34,2% e quelle del gas del 19,6%, mentre altre tariffe hanno continuato a crescere. Il trasporto ferroviario è aumentato del 7,5%, le bollette dell’acqua del 7%, i servizi postali del 4,9%, il trasporto urbano del 4,3%, i taxi del 2,6%, i rifiuti dell’1,7%, i pedaggi e i parchimetri del 2,1% e i servizi telefonici dello 0,5%.

Il Segretario della Cgia, Renato Mason, ha commentato: “Nell’ultimo anno le bollette di luce e gas hanno subito una drastica riduzione. Questo è molto positivo, ma la crisi energetica che abbiamo subito nel 2022 e nel 2023 ha lasciato il segno in particolare ad artigiani e commercianti, che hanno dovuto affrontare rincari doppi: per l’utenza domestica e per le loro attività.”

Contributo di solidarietà

La crisi energetica ha generato notevoli extraprofitti per le grandi società energetiche, che hanno totalizzato circa 70 miliardi di euro, prelevati in gran parte dai portafogli delle famiglie e delle imprese. In risposta, il governo Draghi nel 2022 ha introdotto un prelievo straordinario, che ha fruttato 2,84 miliardi di euro, a fronte di una previsione di 10,8 miliardi. Successivamente, il governo Meloni ha approvato un nuovo contributo di solidarietà, incassando 3,4 miliardi di euro nel 2023, superando la previsione iniziale di 2,6 miliardi. Tuttavia, lo Stato ha incassato solo 6,2 miliardi dei 13,6 miliardi attesi dalla tassazione sugli extraprofitti, meno della metà delle stime iniziali. A complicare ulteriormente la situazione, la Corte Costituzionale ha parzialmente bocciato il provvedimento del governo Draghi, ritenendo illegittima l’inclusione delle accise nella base di calcolo dell’imposta straordinaria sugli extraprofitti, costringendo lo Stato a restituire almeno 150 milioni di euro alle aziende pagatrici.

I piccoli commercianti e artigiani hanno sofferto particolarmente l’aumento delle bollette, pagando due volte per l’energia: una volta per l’uso domestico e una per l’illuminazione e il riscaldamento delle loro attività. Mentre le grandi imprese energetiche hanno trovato modi per ridurre i loro contributi, i piccoli imprenditori hanno subito pienamente l’impatto dei rincari.

Analisi dei costi

Le 10 tariffe monitorate dall’Ufficio studi della Cgia hanno pesato per 2.906 euro all’anno su ogni nucleo familiare italiano. Di questi, 855 euro sono stati spesi per le bollette della luce, 787 euro per quelle del gas, 667 euro per la telefonia/internet, 238 euro per la raccolta rifiuti e 190 per l’acqua. Queste cinque voci rappresentano oltre il 56% della spesa totale. Le altre voci, come parcheggi, pedaggi autostradali, trasporto su treno, autobus, servizi postali e taxi, hanno un impatto minore sui bilanci familiari.

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