Le imprese italiane hanno messo sul piatto oltre 507mila contratti di assunzione a luglio, con una previsione di 1,3 milioni di offerte nel trimestre luglio-settembre. Tuttavia, rispetto all’anno precedente, si registra una contrazione della domanda di lavoro: -13,3% per luglio e -10,6% per il trimestre. A delineare questo scenario è uno studio realizzato da Unioncamere e presentato ieri. Nel settore industriale, le previsioni di assunzione si aggirano intorno ai 135mila profili per il mese di luglio, segnando un calo del 9,8% rispetto al 2023, e 371mila per il trimestre (-8,3%). Il comparto manifatturiero ha 88mila posizioni aperte a luglio e 236mila nel trimestre. In particolare, le industrie della meccatronica richiedono 21mila lavoratori nel mese e 59mila nel trimestre, seguite dalle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (20mila e 48mila rispettivamente), e dalle industrie metallurgiche (15mila e 42mila). Anche il settore delle costruzioni vede una diminuzione della domanda con quasi 47mila assunzioni a luglio (-18,2%) e circa 135mila nel trimestre (-14,8%).
Il settore dei servizi prevede 373mila contratti di lavoro a luglio (-14,5%) e circa 949mila nel trimestre (-11,4%). Il turismo rimane un’importante fonte di opportunità lavorative, con circa 125mila lavoratori ricercati nel mese e 265mila nel trimestre, nonostante una significativa flessione rispetto all’anno scorso (-45mila contratti nel mese e -86mila nel trimestre). Il commercio e i servizi alle persone offrono anch’essi numerose opportunità: rispettivamente 69mila e 60mila nel trimestre.
Le difficoltà
Le imprese dichiarano difficoltà nel reperire oltre 245mila persone a luglio, con la causa principale identificata nella ‘mancanza di candidati’ (32,3%), seguita dalla ‘preparazione inadeguata’ (12,7%). Le professioni con il più alto mismatch sono gli operai specializzati (65,7%), le professioni tecniche (54,3%), e i dirigenti e professionisti intellettuali, scientifici e con elevata specializzazione (51,1%). Tra i più difficili da trovare si segnalano gli operai addetti a macchinari dell’industria tessile e delle confezioni (77,8%), gli operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni (75,6%), e i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (74,1%). Il contratto a tempo determinato si conferma la forma contrattuale più proposta, con 304mila unità, pari al 59,9% del totale, seguito dai contratti a tempo indeterminato (92mila, 18,1%), in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto a luglio 2023. La domanda di lavoratori immigrati è in calo, con circa 97mila ingressi programmati nel mese, pari al 19,0% del totale. Tra i settori che più ricorrono alla manodopera straniera vi sono i servizi operativi di supporto a imprese e persone (30,2% degli ingressi programmati), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (29,7%), la metallurgia (26,7%) e le costruzioni (22,3%).
A livello territoriale, si registra un calo di oltre 24mila assunzioni programmate nelle regioni del Centro e di circa 24mila nel Nord Est. Le regioni con le maggiori flessioni sono Lombardia (-10mila), Toscana (-9mila), Veneto ed Emilia-Romagna (ciascuna con circa 9mila assunzioni in meno) e Lazio (oltre 8mila in meno).