martedì, 26 Novembre, 2024
Economia

Pil: il Sud Italia cresce più del Nord nel 2023

In una inversione di tendenza che non accadeva dal 2015, il Sud Italia ha visto il suo PIL crescere più velocemente del Nord Ovest e del Nord Est, mentre il Centro è in stagnazione. Secondo il report di Svimez, l’associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, il PIL del Paese è salito del +0,9% nel 2023, una decelerazione rispetto al +4% del 2022, ma ancora sopra la media dell’Ue (+0,4%).

Le regioni meridionali hanno guidato la crescita con un +1,3%, contro il +1% del Nord Ovest, il +0,9% del Nord Est e il +0,4% del Centro. La dinamica occupazionale è stata particolarmente favorevole al Sud, con un aumento del +2,6% su base annua, superiore alla media nazionale del +1,8%.

Crescita debole al Centro

La crescita più marcata del Pil meridionale è stata sostenuta principalmente dalle costruzioni (+4,5%), nonostante una contrazione del comparto industriale (-0,5%) e una crescita dei servizi dell’1,8%. Al contrario, il Centro ha registrato una debole crescita del +0,4%, meno della metà della media nazionale, a causa di un calo del valore aggiunto industriale più che doppio rispetto alla media nazionale (-2,6%) e una crescita dei servizi che si è fermata al +1,1%.

Nord in calo per fattori climatici

Nel Nord Ovest, la crescita del Pil, pari all’1%, è stata condizionata dal calo del valore aggiunto industriale (-1,4%) e dalla crescita contenuta delle costruzioni (+2,5%). Nel Nord Est, la dinamica piatta del valore aggiunto industriale ha contenuto la crescita del Pil al +0,9%. I fattori climatici avversi hanno penalizzato l’agricoltura in tutte le regioni, tranne il Nord Ovest (+6,4% dopo la forte flessione del 2022). Il valore aggiunto del comparto è diminuito nel Centro (-6,1%), nel Nord Est (-5,1%) e nel Mezzogiorno (-3,2%). Il contributo della domanda estera ha differenziato le performance del Centro-Nord, con uno stallo dell’export (-0,1% sul 2022) e del Sud, dove l’incremento delle esportazioni di merci, al netto della componente energetica, si è portato al +14,2%.

Mezzogiorno molto bene

La congiuntura del 2023 si colloca nella fase di ripresa post-Covid iniziata nel 2021, con il Mezzogiorno che partecipa attivamente alla crescita nazionale, collocandosi stabilmente al di sopra della crescita media dell’Ue (+0,4% nel 2023). Il dato di crescita cumulata del PIL 2019-2023 del +3,7% nel Mezzogiorno ha superato l’analogo dato del Nord Ovest (+3,4%) e soprattutto, quello delle regioni centrali (+1,7%). Gli investimenti pubblici hanno inciso sulla crescita del PIL del Mezzogiorno, cresciuti nel 2023 del 16,8% al Sud, contro il +7,2% del Centro-Nord. Gli investimenti in opere pubbliche sono aumentati da 8,7 a 13 miliardi tra il 2022 e il 2023 (+50,1% contro il +37,6% nel Centro-Nord). Questo dinamismo è stato influenzato dall’avanzamento degli investimenti del PNRR e dall’accelerazione della spesa dei fondi europei della coesione.

Al Nord crescono Piemonte e Veneto

Il terziario ha contribuito significativamente alla crescita del PIL meridionale con un +1,8% di incremento del valore aggiunto. La crescita delle presenze turistiche è stata più accentuata nel Centro-Nord (+9,7% contro +8,5% del Sud), ma nel Mezzogiorno si è mostrata più intensa la crescita degli arrivi dall’estero, associati a livelli di spesa turistica più elevati. Nelle regioni del Centro-Nord, Piemonte (+1,2%) e Veneto (+1,6%) hanno segnato una crescita, trainata rispettivamente dall’industria e dai servizi e dalle costruzioni e dal turismo.

Lombardia (+0,9%) e Emilia-Romagna (+0,6%) hanno invece subìto il rallentamento dell’economia tedesca e la frenata del commercio estero. Tre regioni italiane hanno registrato un dato negativo di andamento del PIL nel 2023: Toscana (-0,4%), Marche e Friuli-Venezia Giulia (-0,2%), a causa di cali dell’industria e dell’export. Basilicata (+0,9%) e Puglia (+0,7%) hanno risentito di un calo dell’industria, compensato da buone performance delle costruzioni. La Sardegna (+1,0%) è stata stimolata dalle costruzioni e dai servizi, nonostante un dato negativo dell’industria.

Crescita del Pil in tutte le regioni meridionali

La dinamica del Pil è positiva in tutte le regioni meridionali, nonostante esistano differenze significative. In particolare, emerge la variazione positiva del PIL in Sicilia (+2,2%), influenzata da dinamiche favorevoli nelle opere pubbliche (+60,4%) e negli investimenti pubblici (+26%), nonché da una crescita significativa dell’industria (+3,4%), che ha interrotto una tendenza alla deindustrializzazione.

La crescita del PIL è stata piuttosto omogenea e sostenuta in Abruzzo, Molise (+1,4%), Campania (+1,3%) e Calabria (+1,2%), con alcune differenze settoriali. In Abruzzo, la crescita ha coinvolto anche il settore industriale (+2%), che invece ha registrato una riduzione in Campania (-0,7%). Tuttavia, la Campania risulta essere la regione italiana con la maggiore crescita delle esportazioni nel 2023 (+29%). In Calabria, l’aumento di valore aggiunto delle costruzioni (+7,4%) ha sostenuto la crescita regionale insieme al terziario (+1,7%), nonostante il calo del settore industriale (-4,8%).

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Istat: “Torna a salire il clima di fiducia dei consumatori e delle imprese”

Marco Santarelli

Meloni e Scholz, “Soddisfatti per l’intesa sui migranti”

Antonio Gesualdi

Lavoro: per i dipendenti la pausa pranzo è sempre più cara

Marco Santarelli

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.