“Hamas ha accolto positivamente la proposta di cessate il fuoco a Gaza e ora aspettiamo la risposta di Israele”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, uno dei protagonisti dei colloqui per arrivare a una tregua in Medio Oriente. Anche il premier Benjamin Netanyhau ha confermato che “l’accordo proposto include un cessate il fuoco temporaneo per il rilascio degli ostaggi”. Poi, citato dai media, ha aggiunto che lo schema presentato da Biden “è parziale perché ci sono altri dettagli che non sono stati pubblicati”. “La guerra – ha spiegato – verrà fermata allo scopo di restituire i sequestrati e poi discuteremo”. Israele vuole la scomparsa di Hamas e poi sarà disposta a trattare con altre forze palestinesi per il governo di Gaza. Hamas ha chiesto ai mediatori di Qatar ed Egitto garanzie ufficiali da parte degli Stati Uniti che Israele attuerà tutte le condizioni dell’accordo, sottolineando la richiesta di un cessate il fuoco duraturo. Mentre l’Egitto, a fronte del pessimismo espresso da Hamas sulla possibilità di raggiungere un accordo, vuole che anche i rappresentanti di Jihad islamica e Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina partecipino alle discussioni, in modo da raggiungere una posizione unificata che rappresenti tutte le principali fazioni palestinesi di Gaza.
Israele: divisioni interne
Divisione interne tra palestinesi, ma anche in Israele le tensioni non si spengono: la linea di Netanyahu, ad esempio, deve fare i conti con il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, per partito “Sionismo religioso” che la ritiene troppo accondiscendente, minaccia di lasciare il Governo se si tratterà con Hamas e che ritiene “pericolosa la proposta di Biden”. Il ministro Benny Gantz, invece, ha lanciato un ultimatum che scadrà la prossima settimana perché vuole un piano per il dopoguerra. L’offensiva su larga scala a Rafah non c’è stata, nonostante fosse annunciata più volte, segno che qualche effetto le pressioni della comunità internazionale lo ottengono.
Tajani: Italia disposta a missione Onu
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha commentato la possibilità di una tregua tra Hamas e Israele dicendo: “noi sosteniamo con grande convinzione” il piano per il cessate il fuoco a Gazaannunciato dal presidente degli Stati Uniti, “perché è tempo di arrivare finalmente a questo cessate il fuoco che permetta la liberazione degli ostaggi e portare aiuti alla popolazione civile palestinese”. “Speriamo che Israele e Hamas si trovino d’accordo almeno su questo primo tentativo di sospendere la guerra”, ha aggiunto il ministro affermando altresì che l’Italia è disposta a partecipare ad una missione Onu con questo scopo.
La proposta americana
La proposta americana prevede più fasi: un completo cessate il fuoco di 6 settimane e il ritiro delle forze israeliane dalla aree densamente popolate della Striscia di Gaza. Contestualmente il rilascio da parte di Hamas di “un numero”, ad oggi imprecisato, di ostaggi israeliani,inclusi donne, anziani e feriti. Insieme a loro anche “alcuni” corpi di ostaggi. Gli Usa hanno chiesto che nel numero complessivo siano inclusi ostaggi che hanno anche il passaporto americano. In cambio Israele si impegnerebbe a rilasciare “centinaia” di detenuti palestinesi. Gli aiuti umanitari in ingresso nella Striscia salirebbero a 600 camion al giorno insieme alla fornitura da parte della comunità internazionale di centinaia di migliaia di rifugi temporanei e unità abitative. Nella seconda fase altre 6 settimane di cessate il fuoco e ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia. Sul fronte opposto rilascio di tutti i rimanenti “ostaggi vivi”, inclusi i soldati maschi rapiti. Infine la terza fase con l’avvio di un “importante piano” di ricostruzione e stabilizzazione per Gaza per i prossimi 3/5 anni. Impedire ad Hamas di riarmarsi e restituzione di tutti i corpi degli ostaggi uccisi.