“Stiamo preparando un decreto-legge che vuole finalmente affrontare il problema sotto tanti e diversi aspetti. Il primo è avere in maniera trasparente i dati sulle liste d’attesa, con metodo scientifico. Oggi si sente dire che per fare un esame ‘X’ ci vuole un anno e mezzo ma chi lo dice? In Italia – osserva – non abbiamo una vera anagrafe centralizzata che ci fa sapere regione per regione e prestazione per prestazione i veri tempi d’attesa. Quindi nel decreto verrà messo un sistema per avere in tempo reale le liste d’attesa per avere i dati oggettivi e poter intervenire. Poi controlleremo che le liste d’attesa non siano chiuse”. Lo ha annunciato il ministro della Salute Orazio Schillaci, durante un intervento all’ottava edizione del talk ‘Healthcare Talk – Rinnovare il Sistema Salute’ di Rcs Academy che ha anche affrontato le questioni aperte sui Pronto soccorso, sulle carenze di personale e i medici di famiglia e i nuovi servizi di laboratorio nelle farmacie italiane.
Nuovo decreto legge
Secondo il ministro, “ognuno deve fare la sua parte, noi ci mettiamo la faccia, ma serve collaborazione massima delle regioni e delle Asl. C’è un problema organizzativo e non solo economico, immagino già che una volta che il decreto-legge verrà presentato si dirà non ci sono i soldi e non c’è il personale. Dal primo giorno – conclude – dal mio insediamento sto lavorando con il Mef per arrivare all’abolizione del tetto di spesa sul personale e spero che il vincolo nei prossimi mesi possa essere abolito e anche nel decreto cercheremo di partire con una attenuazione del vincolo per migliorare la capacità di assumere”.
Morani (Pd): il responsabile è il governo
Alessia Morani, del Pd, ex deputata e sottosegretaria, replica al ministro suggerendo di “alzare la cornetta del telefono” e chiamare gli assessori regionali se vuole sapere la situazione reale delle liste d’attesa. Inoltre, dice: “sono d’accordo con il ministro che occorre potenziare la sanità territoriale, lo informo, però, che ad esempio nelle Marche non siamo in grado di avere nessuna informazione sull’avanzamento degli investimenti Pnrr su case di Comunità e Ospedale di Comunità e non abbiamo neppure ancora saputo come ricadranno i tagli fatti dal governo sul Pnrr sanità proprio su questo punto sul nostro territorio. Infine, lo sblocco delle assunzioni dei tetti al personale dipende dal governo non da un’entità astratta”. Conclude Morani: “non vorrei finisse come per i 4 miliardi sul fondo chiesti dallo stesso ministro lo scorso anno nella legge di bilancio che puntualmente non sono stati stanziati.”
Pronto soccorso
Schillaci ha parlato anche delle code al Pronto soccorso: “Il problema dei Pronto soccorso è dovuto essenzialmente al fatto che in Italia non esiste ancora oggi una efficiente medicina territoriale, il Covid l’ha dimostrato. Noi stiamo lavorando su questo, ci sono i fondi del Pnrr e credo che sia fondamentale attuare nei tempi, come stiamo facendo, il Pnrr. Quando avremo finalmente a disposizione le Case di comunità e la medicina territoriale sarà più sviluppata, io credo che i cittadini andranno di meno al pronto soccorso. Oggettivamente in alcune realtà il pronto soccorso è l’unico luogo dove rivolgersi per essere presi in carico. La medicina territoriale può decongestionare i pronto soccorso, stiamo lavorando per far si che ci sia anche personale nelle strutture e abbiamo stanziato fondi per il 2025 e 2026 per il personale all’interno delle Case di comunità”.
Medici e farmacie
Riguardo i medici di medicina generale ha detto: “vogliamo riqualificare il percorso formativo dei medici di medicina generale, che diventarlo voglia dire avere una specializzazione come avviene per altre specialità. Dopo di che stiamo da sempre dialogando con i medici di famiglia e il loro contributo è fondamentale, abbiamo bisogno di loro sul territorio e che passino del tempo nelle Case di comunità”, mentre per l’implementazione dei servizi nelle farmacie ha spiegato che “questo non vuol dire lasciare indietro i laboratori di analisi che guardiamo con la stessa attenzione come quando guardiamo al mondo della farmacia. Noi vorremmo che ci fosse più possibilità per i cittadini di avere prestazioni con il Ssn. Però sempre nel rispetto delle regole. Per cui credo che la volontà è quella di allargare l’offerta, ma sempre ovviamente garantendo la qualità di ciò che un cittadino fa in una farmacia o in un laboratorio di analisi”.