Si fa sempre più fatica a trovare nuovo personale. Questo il riassunto dell’indagine sul lavoro fatta dall’Osservatorio HR insieme a BVA Doxa. Secondo i dati, l’88% delle aziende e imprese italiane non trova nuovo personale.
Le cause del divario tra domanda e offerta risiedono in vari fattori. In primis la carenza di personale con competenze tecniche e soft skills adeguate. Altro tasto dolente è il mancato match tra ciò che le aziende offrono e ciò che i possibili dipendenti desiderano, soprattutto per quanto riguarda lo stipendio e l’equilibrio vita-lavoro visto che, l’ufficio o la fabbrica, sono visti sempre meno come posti adatti in cui trascorrere il proprio tempo.
Analizzando la dimensione fisica, psicologica e relazionale, secondo l’analisi, solo il 9% degli italiani afferma di trovarsi bene nel proprio impiego e appena il 5% dice di essere felice.
Poca felicità
La poca felicità si riflette anche sui rendimenti: un italiano su tre si è assentato dal proprio impiego nell’ultimo anno, a causa di ansia o stress. Ciò si traduce in sempre più persone in cerca di una nuova occupazione: già il 42% degli italiani lo ha fatto o è in procinto di farlo e, per la prima volta, il 36% di chi ricerca lo fa con l’obiettivo principale di trovare un miglior benessere fisico e mentale (36%). Nonostante questo, però, il 56% delle persone che hanno cambiato lavoro negli ultimi 12 mesi se ne sono pentite, un dato in aumento del 37% rispetto al 2023.
In aumento anche il fenomeno dei cosiddetti ‘Job Creeper’, cioè coloro che lavorano anche fuori dall’orario previsto e che non riescono a bilanciare occupazione e vita privata. La loro percentuale è raddoppiata in un anno, passando dal 6% al 13%. Rimane stabile, invece, il numero dei ‘Quiet Quitter’, ossia quei lavoratori che fanno lo stretto indispensabile senza coinvolgimenti emotivi, con un 12%.
IA generativa
Insieme a tutto ciò, sempre secondo lo studio dell’Osservatorio, è sempre più diffuso l’uso dell’intelligenza artificiale generativa, con un 26% di lavoratori che hanno ammesso di averla usata negli ultimi 12 mesi. Nonostante il persistere di perplessità e paure intorno allo sviluppo di questa tecnologia, in molti credono che possa creare nuove opportunità di sviluppo, afferma lo studio.
Profili digitali
Un’altra problematica sottolineata dall’indagine, è la difficoltà degli uffici delle Risorse Umane per quanto riguarda la ricerca di profili digitali, operai specializzati, professionisti sanitari e tecnici delle costruzioni civili. In questo ambito, il 51% delle aziende sta cercando di ampliare i canali di ricerca, mentre il 45% si affida a società specializzate nella ricerca HR. In questo panorama va evidenziato come la lotta all’offerta di salari più alti non riguardi le PMI, con l’esigenza sempre più chiara di una riqualificazione e aggiornamento per formare internamente queste figure.
Ancora sulla ricerca di personale, lo studio dell’Osservatorio ha evidenziato come l’intelligenza artificiale sia sempre più usata nei processi di ricerca di personale, con un 32% di aziende che utilizzano soluzioni come chatbot o assistenti virtuali.
Nel descrivere i risultati dell’analisi, Mario Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio HR Innovation Practice, ha spiegato che “il mondo del lavoro sta vivendo una vera e propria rivoluzione. In passato le persone cercavano un lavoro per crescere come ruolo e status sociale. Oggi la ricerca è volta soprattutto al benessere economico e mentale, a causa soprattutto delle grandi incertezze emergenti”.
Nuove esigenze
Maria Mauri, Direttrice dell’Osservatorio HR Innovation Practice, ha parlato di come si possa rispondere alle nuove esigenze dei lavoratori: “È essenziale che le aziende coinvolgano il personale in attività legate alla sostenibilità. Chi lo fa, vede la percentuale di lavoratori felici salire al 24%” aggiungendo che “l’intelligenza artificiale può essere un alleato prezioso per rispondere ai cambiamenti legati al mondo del lavoro”.
Insieme allo studio, l’Osservatorio ha assegnato anche gli ‘HR Innovation Award 2024’, premi per le organizzazioni che si sono distinte nell’innovazione e nel miglioramento dei processi di gestione e sviluppo del personale. I vincitori di quest’anno sono: SACE, per la categoria ‘Le potenzialità dell’AI in ambito HR’; Saipem per ‘Edtech: le opportunità della formazione in digitale’; Barilla per ‘Costruire una nuova employee experience per rispondere ai bisogni delle persone’ e Sky per la categoria ‘Come sviluppare e acquisire le competenze del futuro’. La società Allianz ha, invece, vinto l’‘HR Innovation IMPACT Award’, riconoscimento dato alle organizzazioni che hanno già ricevuto un premio in passato e che hanno saputo portare avanti, con nuove innovazioni, il progetto presentato.