Arriva la bella stagione e inizia la transumanza, non solo nelle regioni “tipiche” dell’Abruzzo, Molise e Puglia, ma anche in Lombardia. In Abruzzo prosegue con un certo successo il progetto “Adotta una pecora” che conta circa 800 “famiglie allargate.” “Si tratta di una forma – spiega Nunzio Marcelli, ideatore dell’iniziativa – di coesione tra i consumatori e i produttori e anche ultimamente sta assumendo un valore di aiuto a un tipo di pastorizia. In particolare per quella appenninica che, per una serie di vicende, è in forte arretramento nonostante la bella immagine che ne viene evocata anche per i prodotti regionali. Se non si vuole che rimanga solo un’immagine, la pastorizia, ma diventi anche una sostanza – aggiunge Marcelli – bisogna incentivare certe forme di scambio tra consumo e produzione”.
Circolarità della transumanza
La transumanza, patrimonio culturale dell’Unesco, è una tradizionale migrazione stagionale di greggi con accentuato dislivello verticale, con cui animali di grossa e media taglia si spostano, spontaneamente o condottivi dall’uomo, dalle regioni di pianura alle regioni montuose e viceversa. Il fenomeno non è solo italiano, ma nella nostra storia è particolarmente nota la transumanza abruzzese. Utile a salvaguardare l’economia dell’Appennino, la pastorizia tradizionale ma anche i fattori di biodiversità essenziale, come attestano gli studi che qui sta svolgendo l’università del Piemonte orientale. “In particolare si mette in evidenza la circolarità di questa attività: il gregge si sposta lì dove c’è l’erba, ma in maniera ciclica. Invece, chi rimane con un allevamento stanziale in un’area, rischia la desertificazione, come è avvenuto in tante aree anche della Palestina e del Medio Oriente. Mentre fin dall’epoca romana si è visto il valore strategico di questa ciclicità degli spostamenti pastorali da un altitudine di 300-400 metri per arrivare a 2.000 metri d’estate.
I giovani e il mercato
“Se la storia di questa pratica è vincente”, spiega Nunzio Marcelli, pastore di Anversa, laureato in Economia, “lo deve essere anche il futuro: qui ci sono giovani che fanno scuola di pastorizia, addestramento, e stanno studiando. Ma serve – è l’appello – organizzazione di mercato affinché questi prodotti della pastorizia di montagna siano distinti. Finalmente così saranno pagati per il loro valore”. In questi giorni tra Abruzzo, Molise e Puglia sono innumerevoli le “feste della transumanza”; un patrimonio “immateriale” da salvaguardare e trasmettere alle generazioni future, così come prevede l’obiettivo principale dell’Unesco. I Club per l’Unesco costituiscono una preziosa “antenna” sul territorio capace di intercettare le pratiche rurali ancora viventi e individuare i “custodi” che hanno trasformato l’eredità familiare transumante in risorsa strategica, volano di nuove forme di patrimonializzazione ancorate all’etica della “restanza” e alla sostenibilità.
La mostra fotografica
Dal Luglio 2022 anche la Regione Lombardia ha deciso di tutelare la transumanza attraverso uno specifico progetto legislativo per valorizzare questo antico mestiere, ma al tempo stesso l’ambiente, il paesaggio e la biodiversità. A Lecco, dal 20 aprile è aperta una mostra fotografica, di Pensotti e Sala, dal titolo “Transumanza”, che sarà visitabile fino al 19 maggio, in Torre Viscontea. Ad Aprile i pastori dell’Azienda Galbusera spostano il gregge sempre più vicino a Lecco, pascolando nell’alta Brianza fino a giungere a Galbiate e da lì sino al Santuario di San Michele, santuario di origine longobarda alle pendici del monte Barro di fronte alla città di Lecco. Migliaia di pecore vengono spostate di notte, ma sabato 23 maggio 2020 fu decisodi attraversare la città di giorno e con un unico gregge di 3200 pecore, per la prima volta, una super transumanza in contemporanea, per celebrare il riconoscimento dell’Unesco del 2019 ed anche per il superamento della fase critica dell’epidemia Covid-19.