Uno dei difetti principali dei nostri tempi è l’ottica del breve periodo. Siamo dominati dal “qui e ora”, pensiamo solo a ciò che può succedere domani o dopodomani, stiamo perdendo di vista le visioni strategiche. E questo vale in quasi tutti i settori, eccezion fatta, forse, per quello della ricerca scientifica pura. Tutto è veloce, dalle crisi finanziarie, a quelle dell’ecosistema, dalle grandi migrazioni alla sopravvenuta, improvvisa emergenza pandemica, dalle guerre regionali alle porte del nostro Continente, all’avvento di un ponderoso progresso tecnologico (dalle app, ai social, alla intelligenza artificiale) da regolare assolutamente. E noi ci lasciamo travolgere dagli eventi senza cercare di prevenirli.
In controtendenza rispetto a questo “spirito del tempo” viene in soccorso “Il Cigno È grigio (Catrovacer, cerca, trova, pre-vedi”) di Biagio Costanzo, manager con esperienza più che trentennale soprattutto nella governance di aziende private, con una parentesi di 8 anni al servizio dello Stato italiano,e professore a contratto in Master universitari.
Secondo Costanzo non abbiamo imparato granchè da tutto quello che è successo negli ultimi anni pieni di crisi di tutti i tipi. Superficialità? Chiusura nel proprio io? Ipocrisia? Mali che affliggono sia le classi dirigenti che i cittadini. Il tutto peggiorato dal dilagare sui social di informazioni scadenti quando non del tutto false e manipolatorie .
Nel primo saggio “Saligia” (l’evoluzione inciampa… ancora), con la prefazione di Paolo Messa, Costanzo ha “fotografato” gli avvenimenti che hanno caratterizzato il decennio 2007/2017 del ventunesimo secolo, dall’economia, al lavoro, dalla salute alla politica, dalla sicurezza alla cronaca, dall’estero all’attualità.
Questo impegno continua nel nuovo libro di Costanzo che osserva, “cerca e, a volte” trova” un significato in quello che vede, analizza, indica possibili soluzioni. Nei suoi scritti si mescolano preoccupazione, umanità, ricerca dei fatti, passione, testimonianza, a volte pessimismo, forse cinismo, di sicuro realismo estremo.
Il saggio è diviso in tre sezioni (Digitalizzazione, cybercrime e tutela della privacy; Sicurezza e legalità; L’era della “permacrisi”), ma soprattutto intensi sono il primo e il secondo, dove l’autore interviene con molti contributi che riguardano maggiormente la propria esperienza diretta e le sue competenze professionali. Il volume è stato presentato alla Luiss Business School a conclusione della Terza Edizione del Corso Executive in Security Risk Management, organizzato dall’ Ateneo ed EY.
Autorevole la prefazione curata dal Prof. Umberto Saccone che ha trascorso 33 anni nell’Arma dei Carabinieri, di cui 25 nel Servizio di Intelligence Nazionale SISMI. Saccone ha ricoperto incarichi operativi in diverse aree del Medio Oriente ed in Europa. Nel 2006 ha lasciato il Servizio e l’ENI lo ha voluto come Direttore della Security. In qualità di professore a contratto ha tenuto corsi di intelligence e risk management presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2021 è referente e Adjunct Professor presso la Luiss Business School nell’ambito del corso executive “Security Risk Management”. Oggi è Senior Advisor – Europe West Leader Employee & Physical assets (EPA) Security Risk Management di EY.
Secondo Saccone dagli scritti di Costanzo emerge una lucida analisi che guarda lontano e che deriva dalla capacità di leggere e anticipare i sussulti della società odierna sempre più liquida.
Negli ultimi anni si è parlato di “cigni neri”, di eventi a bassissima intensità e ad elevato impatto?
Ma è proprio così?
Forse la caduta di un meteorite può ancora considerarsi un cigno nero, e coglierci impreparati…anche se qualcosa si sta già facendo per comprendere come deviare la traiettoria di un “bolide”. Ma cosa c’è di nero ed imprevedibile in un’alluvione o in un disastro ambientale favorito da una cattiva gestione e pianificazione urbanistica? Cosa c’è di nero ed imprevedibile in una carestia, nelle migrazioni di massa, agevolate dai tanti teatri di guerra e dal cambiamento climatico? Cosa c’è di nero ed imprevedibile in una crisi energetica aggravata da una guerra anch’essa non, imprevedibile guerra che ha messo a politiche di approvvigionamento dell’energia poco lungimiranti?
Cosa c’è di nero ed imprevedibile in una crisi derivante dalla estrema dipendenza dei paesi occidentali dalle produzioni di microprocessori e dall’approvvigionamento di materiali particolari provenienti solo da alcuni paesi?
Cosa c’è di nero ed imprevedibile nel dilagare di fake news , nella narrazione volutamente falsificata e manipolata dei fatti che ha come obbiettivo confondere le menti se per tempo non viene regolamentata l’intelligenza artificiale?
Si sente la mancanza del cosiddetto i “pensiero lungo” scalzato via da un imperante “pensiero breve”: ci sono eventi che possono essere previsti e si può abbassare il livello del rischio prima che i disastri avvengano. Il Cigno, infatti, ormai, è grigio.