Altro che Google Map, è con i papiri carbonizzati di Ercolano che si è riusciti a identificare il luogo esatto della sepoltura di Platone nell’Accademia ad Atene: era situato nel giardino a lui riservato (un’area privata destinata alla scuola platonica) vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. A rivelarlo è il papirologo Graziano Ranocchia dell’Università di Pisa, che ha presentato alla Biblioteca Nazionale di Napoli i risultati del progetto di ricerca ‘GreekSchools’ condotto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Finora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa invece una nuova, e migliorata, lettura del papiro che racconta la storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara rivela che Platone fu venduto come schiavo sull’isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l’isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. I testi parlano anche della sua ultima notte, ma non solo.
I metodi degli scriba
Il professor Ranocchia, del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, si è dedicato all’analisi dei papiri carbonizzati di Ercolano, custoditi nella Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli, utilizzando tecniche avanzate. Precedentemente ha scoperto che gli scriba si servivano di griglie per scrivere. Era già noto dagli autori classici che gli scribi antichi utilizzavano a questo scopo un righello e una rondella di piombo, la quale strofinata sulla superficie del papiro lasciava un’esile traccia appena visibile, che serviva a tracciare i confini dello specchio di scrittura. Mai finora ne era stata evinta traccia nei numerosissimi papiri a noi pervenuti dall’antichità, al punto che i moderni studiosi si sono arrovellati per decenni sul significato di tali testimonianze. Gli esperimenti di macro-fluorescenza a raggi X a scansione eseguiti su papiri ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli dal team del dottor Paolo Romano, dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr (Cnr-Ispc) di Catania, e dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno fornito la prova sperimentale della correttezza di queste informazioni.
Scoperte sensazionali
“Si tratta di una scoperta sensazionale per la papirologia, – ha spiegato Ranocchia – ora abbiamo conferma di quanto prima potevamo solo immaginare. È inoltre finalmente dimostrato che la sistematica inclinazione delle colonne di scrittura nei rotoli letterari, la cosiddetta Legge di Maas, era un fatto estetico intenzionale degli scribi antichi, e non un segno di mancata accuratezza grafica, come è stato da alcuni ipotizzato”. Quanto alla scoperta più recente, non riguarda soltanto Platone. La lettura tecnologicamente meglio supportata dei papiri carbonizzati di Ercolano rivelano anche che diverse nuove letture forniscono un nuovo quadro delle circostanze della corruzione dell’oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico. E’ stato anche corretto il nome di Filone di Larissa in ‘Filione’ (allievo del grammatico Apollodoro di Atene per due anni e dello stoico Mnesarco per sette anni), che morì a 63 anni in Italia durante una pandemia influenzale.