L’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si trova nuovamente al centro dell’attenzione giudiziaria in vista di una nuova udienza che potrebbe delineare il futuro del suo processo. Originariamente programmato per avviare la selezione della giuria lunedì, il processo è stato rimandato di 30 giorni dal giudice Juan Merchan, che ha fissato la nuova udienza per circa il 15 aprile. Questo ritardo è stato deciso a seguito delle obiezioni sollevate dalla difesa riguardo alla consegna tardiva di oltre 100.000 documenti contenenti possibili prove da parte dell’accusa federale. Il giudice Merchan ha convocato l’udienza di lunedì per discutere un recente ricorso della difesa riguardante le prove in questione e per stabilire una data definitiva per l’inizio del processo. “Questa Corte deve affrontare questioni di fatto rilevanti prima di poter decidere sul ricorso dell’imputato”, ha dichiarato Merchan in un decreto all’inizio del mese. La difesa, dal canto suo, ha richiesto ulteriori rinvii del processo e la limitazione delle testimonianze chiave, o addirittura la nullità del caso, basandosi sui nuovi materiali che ritengono compromettano la credibilità del testimone principale ed ex avvocato di Trump, Michael Cohen, e rivelano “informazioni scagionanti che indeboliscono la teoria accusatoria prevalente”.
Ma la scorsa settimana i procuratori dell’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan hanno respinto le richieste della difesa, definendo le prove recentemente divulgate come irrilevanti e parte di una tattica di “ritardo strategico”. Sebbene il rinvio di 30 giorni abbia concesso alla difesa “un tempo adeguato per riesaminare le informazioni”, secondo i procuratori non ci sono motivi validi per ulteriori ritardi. “L’imputato ha fatto tutto il possibile per eludere la giustizia in questo caso da oltre un anno”, hanno sottolineato i procuratori in un documento presentato la scorsa settimana. “È giunto il momento di porre fine a queste manovre dell’imputato e del suo legale.”
Il caso
Il caso che Trump deve affrontare riguarda un’incriminazione composta da 34 capi di imputazione per aver alterato documenti aziendali in relazione a un pagamento non dichiarato effettuato dall’avvocato Michael Cohen all’attrice di film per adulti Stormy Daniels, poco prima delle elezioni presidenziali del 2016.