In campo politico continua a tener banco la vittoria del Campo largo alle Regionali in Sardegna. Ossia, del successo della ‘strana accoppiata’ tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle che insieme hanno contribuito all’affermazione del nuovo Presidente Alessandra Todde che al fotofinish ha battuto Paolo Truzzu, candidato del Centrodestra. E da domenica sera la domanda più frequente è la seguente: il binomio tra democratici e pentastellati può funzionare anche in altre Regioni? Può non può bastare per il Governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, almeno per quanto riguarda i territori del Nord. Dopo aver esaltato comunque la vittoria in terra sarda ed essersi complimentato con Elly Schlein per averci creduto fino in fondo, Bonaccini fa i conti: “Nel Nord su otto Regioni il Pd e il Centrosinistra ne governa solo una, l’Emila-Romagna, ed è un bel problema”. Negli ultimi tempi in queste realtà “abbiamo subito sconfitte non banali, in qualche caso sonore”. “Ecco, io penso che un’alleanza Pd e 5 stelle da soli in questa parte del Paese non basti e quindi bisogna lavorare quando bisognerà tornare a votare in regioni importanti” ad allargare la coalizione.
La visione di Bonaccini
Le sfide si chiamano nell’ordine Piemonte, Emilia-Romagna poi Veneto e Liguria. In queste regioni “bisogna rendersi conto delle condizioni politiche che ci sono nei territori ”e “tutte le altre opposizioni”. In pratica i partiti del Terzo polo, per Bonaccini, “devono capire che senza il Pd è impossibile battere questa Destra, a meno che non si voglia diventare, isolandosi, i migliori alleati della Destra”. In pratica, “più si allarga il campo del Centrosinistra più è facile battere la Destra”.
Alleanze necessarie
Il Centrosinistra sembra oramai muoversi su alleanze “necessarie e forti”. Un concetto indispensabile anche per la Vicepresidente della Camera Anna Ascani, del Pd: “Nessuno può fare da solo, solo insieme possiamo battere questa Destra”. “Con il Movimento 5 Stelle esistono distanze, ma su alcune questioni molto concrete che intercettano un disagio diffuso nel paese sul tema della protezione sociale, della sanità, c’è una condivisione di fondo” il pare del Capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga per cui a questo punto “fondamentale unire le forze alternative alla Destra”. Ma non sarà una cosa facile far convergere sempre Pd e M5S.
L’idea di Conte
A spiegarlo è stato il leader grillino Giuseppe Conte, che ha preso per esempio due regioni: “In Piemonte lavoriamo su temi e progetti, ma ci sono alcune difficoltà a condividere gli obiettivi con i democratici. C’è un ostacolo dovuto al fatto che noi eravamo l’amministrazione uscente con Chiara Appendino e loro hanno voluto correre, ci sono progetti non convergenti. In Basilicata è stato indicato unilateralmente un candidato, io ho detto ‘si converge prima sui temi e poi si converte sull’autore’”. Ma l’Ex Primo Ministro ha comunque aggiunto che l’idea è quella di “favorire gli accordi ovunque possibile, ma adesso più che di Piemonte e Basilicata parliamo di Abruzzo perché è la competizione elettorale più imminente”.
Il Centrodestra guarda all’Abruzzo
All’interno del Centrodestra è ancora tempo di processi interni. Anche se, per Arianna Meloni non c’è la necessità di esagerare con le critiche: “Hanno vinto per 3mila voti, dai, su”, ha detto la sorella del Primo Ministro in un video pubblicato dal portale Fanpage in cui ha commentato il risultato e negato litigi all’interno della coalizione. Ha parlato di “scoppola” il leader di Noi moderati Maurizio Lupi: “Abbiamo perso, e punto. Anche con Solinas al posto di Truzzu il risultato sarebbe stato lo stesso. Ma in Abruzzo vinceremo bene perché Marsilio ha governato bene”.