Oggi è il secondo anniversario dell’attacco russo all’Ucraina. A due anni dall’escalation del conflitto in Ucraina, secondo le ong internazionali (Save the Children, Medici senza frontiere, Oxfam, Intersos) più di 10.500 civili sono stati uccisi, tra cui 587 bambine e bambini, e quasi 20 mila persone sono state ferite. La guerra sembra interminabile e i presidenti Biden e Zelensky si sono rivolti direttamente ai congressisti americani perché diano il via libera a nuovi aiuti e soprattutto ad altre munizioni. Von del Layen e Michel, e la Presidente Meloni hanno promesso sostegno all’Ucraina, che verrà ribadito anche al G7. In Brasile il ministro russo Lavrov parlando con il Presidente Lula a margine del G20, però, chiede una riforma delle istituzioni di governance globale e tace completamente sul caso Navalny considerandolo un “affare interno.”
Più impegno a sostenere l’Ucraina
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel hanno dichiarato, insieme, che l’Unione “sosterrà sempre l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. L’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli, avvenuta 10 anni fa, segna l’inizio dell’aggressione prolungata della Russia. Mosca e la sua leadership sono gli unici responsabili di questa guerra e delle sue conseguenze globali, nonché dei gravi crimini commessi e restiamo determinati a chiedere loro conto, anche per il crimine di aggressione”. L’Unione ha anche varato il tredicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia e di recente sono stata stanziati 50 miliardi, fino al 2027, per Kiev. Anche il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si è appellato al “coraggio” e alla “resistenza del popolo ucraino” per chiedere l’approvazione da parte del Congresso del disegno di legge supplementare bipartisan sulla sicurezza nazionale “prima che sia troppo tardi” e ha annunciato 500 nuove sanzioni dopo l’assassinio di Navalny. Biden ha detto che “stanno finendo le munizioni” e l’Ucraina ha bisogno di maggiori forniture di armi. Esortazione venuta anche dal Presidente Volodymyr Zelensky che tramite Fox News si è rivolto ai parlamentari repubblicani dicendo che, comunque, l’Ucraina “sopravviverà”, ma senza l’aiuto americano “non tutti noi ce la faremo!”
Arginare segni di stanchezza
A Roma, oggi, la prima riunione dei leader del G7 con la Presidente di turno Giorgia Meloni che, tra l’altro, il primo marzo sarà alla Casa Bianca “per riaffermare il forte rapporto tra Stati Uniti e Italia.” La Presidente non ha mancato di ribadire la vicinanza al popolo ucraino: “penso che l’Occidente non debba dare da questo punto di vista segnali di stanchezza.” Stanchezza che viene percepita anche dall’Ucraina e in Ucraina. Irina Vereshchuk, vicepremier e ministra per i territori occupati, in un’intervista ha dichiarato: “cogliamo stanchezza tra la gente che lotta per la sua vita e per il nostro Stato. Ma siamo riusciti a resistere per due anni agli attacchi e dobbiamo sempre ricordarlo. Noi abbiamo fatto bene la nostra parte. Sono gli europei e gli americani che adesso non fanno la loro. Ora sta cominciando una nuova fase della guerra.”
Navalny, Cremlino vuole funerale segreto
Guerra nella quale è entrato anche il caso Navalny. Alla madre del politico russo morto mentre era detenuto in un carcere siberiano è stato imposto un ultimatum-ricatto, che non ha accettato, perché acconsenta a un funerale segreto altrimenti il corpo verrà sepolto nella colonia penale mentre la legge impone la consegna della salma entro due giorni dall’accertamento delle cause della morte (ne sono trascorsi sei). Morte che ufficialmente sarebbe avvenuta per “cause naturali”, ma secondo i famigliari di Navalny è stata procurata con un colpo al cuore. Sulla questione è intervenuto nuovamente il vicepremier Antonio Tajani, ieri al Congresso nazionale di Forza Italia a Roma, secondo il quale “la Russia ha scelto la strada del conflitto, all’esterno e all’interno. All’interno ha scelto la via della repressione. L’aggressione all’Ucraina è una sfida all’Occidente e alla legalità internazionale e la morte in carcere di Navalny ci riporta a metodi spietati dell’Unione sovietica.”
Lavrov e Lula sulle guerre
Una fase di cui hanno parlato anche il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov che ha incontrato a Brasilia il Presidente brasialino Luiz Inacio Lula da Silva, che riferendosi alla guerra russo-ucraina ha sottolineato “l’inutilità delle iniziative unilaterali e degli ultimatum.” Mentre Mosca ha messo l’accendo sulla guerra israelo palestinese e sulla necessità che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu chieda un cessate il fuoco immediato. “Particolare attenzione è stata prestata agli aspetti pratici dell’interazione sulla scena internazionale, tenendo conto delle presidenze coincidenti della Russia nei Brics e del Brasile nel G20 nel 2024.”