sabato, 28 Settembre, 2024
Lavoro

Commercio, contratti e salari. Confcommercio: dopo lo sciopero, pronti alla trattativa

Lo sciopero natalizio del terziario per il rinnovo di contratti e salari “è alle spalle”, e per le Confederazioni del commercio ora bisogna tornare al tavolo delle trattative. Il primo passo arriva dalla vicepresidente di Confcommercio con delega al lavoro e alla bilateralità, Donatella Prampolini Manzini.

“Lo sciopero è finalmente alle spalle e i numeri hanno dimostrato che non c’erano i presupposti per un’agitazione di questo genere. Dopo le Feste siamo sicuri che ripartiremo tutti con l’obiettivo di poter traguardare al più presto il tanto atteso rinnovo contrattuale, consapevoli che le distanze che hanno caratterizzato il recente conflitto non sono poi così insormontabili”.

Appello ad un nuovo confronto

Per l’esponente della Confederazione è necessario non solo riaprire il dialogo, ma anche confrontarsi con la realtà delle cose. In particolare con la crisi strutturale del commercio.
“Noi siamo pronti”, sottolinea Donatella Prampolini Manzini, “sperando in una maggiore audacia nella nostra reciproca capacità di confronto e che la stessa possa concretamente esercitarsi a tutto campo, senza pregiudiziali da ambo le parti e dunque con rinnovato spirito costruttivo e realizzativo”.

Lavoratori, prima risorsa

Se le premesse di un ritorno ad un tavolo delle trattative ci sono, bisognerà anche salvaguardare posti di lavoro e le conquiste fatte. La Confcommercio sostiene di aver ben presente le difficoltà ma anche il desiderio di dare sostegno alle maestranze.
“L’assunto da cui ripartiamo”, fa presente Prampolini, “è sempre lo stesso: quello di non voler assolutamente danneggiare i nostri lavoratori che sono e rimangono la risorsa più importante per le imprese che rappresentiamo”.

Contratti e salari da discutere

Contro lo sciopero attuato il 22 dicembre la Confcommercio e la Confesercenti avevano siglato un documento comune in cui si chiedeva alle sigle sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, Confcommercio e Confesercenti di evitare la serrata e riallacciare le trattative. Le due Confederazioni avevano ripercorso i temi e i problemi da affrontare.
“I Contratti nazionali del Terziario sottoscritti da Confcommercio e Confesercenti sono scaduti alla fine del 2019 e si sono riavviate le trattative per i loro rinnovi all’inizio del 2020, ma la pandemia ha bloccato tutto. A metà del 2021”, hanno ricordato le due Confederazioni, “si è tentato di riavviare i negoziati ma, complice in questo caso l’impennata inflattiva energetica, era complicato arrivare ad una chiusura contrattuale alla fine del 2022. In tal modo le parti sottoscrissero un anno fa, il 12 dicembre 2022, un accordo ponte sulla parte economica, riconoscendo 350 euro di una tantum per ogni lavoratore al quarto livello e, sempre per il quarto livello, 30 euro al mese da aprile 2023 come acconto sul rinnovo, tralasciando momentaneamente la parte normativa”.

Le motivazioni rigettate

L’appello però si era concluso con una levata di scudi del sindacato e quindi il via libera allo sciopero. “Poiché da parte nostra non sono mai state poste pregiudiziali” avevano scritto in extremis Confcommercio e Confesercenti, “ma esigenze di un confronto complessivo su tutto il corpo del Ccnl per inserire correttivi aventi come obiettivo la crescita della produttività, nonché l’innovazione di alcuni istituti ormai obsoleti e quindi sia della competitività delle nostre imprese, che della occupabilità dei lavoratori del settore, si è ritenuto di non poter accettare di condizionare un confronto alla presenza o assenza di determinate materie. Per questo”, scrissero le due Confederazioni, “ribadiamo pubblicamente la disponibilità al confronto immediato, ma senza alcuna condizione nella discussione e rigettiamo le motivazioni poste strumentalmente a sostegno dello sciopero del 22 dicembre”.

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