Nella giornata di sabato, l’ex presidente Donald Trump ha chiesto alla Corte d’Appello degli Stati Uniti del Distretto di Columbia, di archiviare il caso di interferenza elettorale federale contro di lui, sostenendo ancora una volta che l’immunità presidenziale lo protegge dai procedimenti giudiziari. “La struttura del nostro governo, il testo della Costituzione, le dottrine sull’immunità di diritto comune, la nostra storia politica, le analoghe dottrine sull’immunità della Corte Suprema e le considerazioni radicate nella separazione dei poteri – hanno scritto gli avvocati di Trump in una nota al DC Circuit – impongono che nessun Presidente, attuale o precedente, possa essere perseguito penalmente per i suoi atti ufficiali a meno che non venga prima messo sotto accusa e condannato dal Senato. Né un presidente può essere perseguito penalmente per una condotta per la quale è stato assolto dal Senato degli Stati Uniti – hanno aggiunto – L’accusa contro il presidente Trump è illegale e incostituzionale. Deve essere respinta”. Domenica, in un post sul suo sito web Truth Social, Trump ha affermato che i suoi sforzi per ribaltare la vittoria di Joe Biden facevano parte del suo “dovere di presidente”. Venerdì la Corte Suprema aveva eluso la richiesta del consigliere speciale, Jack Smith, di decidere rapidamente se Trump gode di un’ampia immunità per i suoi tentativi di ribaltare la sconfitta elettorale del 2020 durante il suo mandato presidenziale. Poiché la Corte Suprema ha deciso di non intervenire nel caso, il Circuito DC ascolterà le argomentazioni orali il 9 gennaio. Dopo che la Corte si sarà pronunciata, la Corte Suprema potrebbe decidere rapidamente se accogliere il caso. Nella sua richiesta, Smith ha affermato che il caso “presenta una questione fondamentale al cuore della nostra democrazia: se un ex presidente sia assolutamente immune da procedimenti giudiziari federali per crimini commessi mentre era in carica”. Gli avvocati di Trump hanno respinto le carte del tribunale, sostenendo che Smith non aveva fornito “alcuna ragione convincente” per cui la Corte Suprema avrebbe dovuto intervenire immediatamente prima della corte d’appello. Reagendo alla mossa della Corte Suprema di venerdì, Trump ha criticato la richiesta iniziale di Smith affinché la Corte intervenisse, denunciandola come un “tentativo disperato di cortocircuitare la nostra Grande Costituzione”.