sabato, 22 Febbraio, 2025
Attualità

Antitrust, maxi multa a Chiara Ferragni e alla Balocco per pratica commerciale scorretta

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha emesso pesanti sanzioni contro le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., gestori dei marchi di Chiara Ferragni, e Balocco S.p.A. Industria Dolciaria. Le sanzioni ammontano rispettivamente a 400.000 euro per Fenice S.r.l., 675.000 euro per TBS Crew S.r.l. e 420.000 euro per Balocco S.p.A. Le società sono state accusate di aver attuato una pratica commerciale scorretta nella pubblicizzazione del ‘Pandoro Pink Christmas’, associato al marchio Chiara Ferragni, inducendo i consumatori a credere che l’acquisto del prodotto avrebbe contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. L’Antitrust ha identificato diverse condotte ingannevoli adottate dalle società coinvolte. Innanzitutto, è emerso che la donazione all’ospedale era già stata effettuata dalla sola Balocco nel maggio 2022, molti mesi prima del lancio dell’iniziativa nel novembre 2022. Nonostante ciò, i comunicati stampa hanno creato l’illusione che l’acquisto del ‘Pandoro Pink Christmas’ avrebbe contribuito a una causa benefica. La pratica scorretta includeva anche l’apposizione di informazioni ingannevoli sui pandori ‘griffati’ Chiara Ferragni, suggerendo che l’acquisto di tali prodotti avrebbe contribuito alla donazione pubblicizzata. Inoltre, post e storie sui canali social di Chiara Ferragni lasciavano intendere che la stessa Ferragni partecipasse direttamente alla donazione, nonostante le sue società avessero incassato oltre 1 milione di euro senza trasferire alcuna somma all’ospedale.

Libertà di scelta limitata

L’Autorità ha rilevato anche una pratica di pricing scorretta, poiché il prezzo del ‘Pandoro Pink Christmas’ era circa due volte e mezzo superiore rispetto al pandoro classico Balocco. Questo ha contribuito a ingannare i consumatori, rinforzando la percezione che l’acquisto del pandoro ‘griffato’ avrebbe sostenuto la causa benefica. L’Antitrust ha sottolineato come questa pratica scorretta abbia limitato la libertà di scelta dei consumatori, manipolando la loro sensibilità verso iniziative benefiche, in particolare quelle a favore di bambini affetti da gravi malattie. Questo comportamento è stato ritenuto violativo del dovere di diligenza professionale, configurandosi come una pratica commerciale scorretta con elementi di ingannevolezza. Le società coinvolte hanno ora l’opportunità di fare ricorso contro le sanzioni. Tuttavia, l’episodio mette in luce la crescente attenzione delle autorità di vigilanza alle pratiche commerciali scorrette, specialmente quando coinvolgono aspetti benefici e umanitari.

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