venerdì, 27 Settembre, 2024
Attualità

L’uso dell’arma da fuoco rivoluzionò le guerre. Accadrà con le armi cibernetiche

Aspen: con la guerra in Ucraina è come la battaglia di Pavia

Cosa c’entrano il ministro della Difesa, la battaglia di Pavia del 1525 e la cybersicurezza? C’entrano eccome e li ha messi insieme, persone e concetti, l’Aspen Institute in un progetto pluriennale, condiviso con l’Aeronautica Militare, Leonardo, Intesa Sanpaolo, Comune di Pavia, Università degli Studi di Pavia e il contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Progetto che durerà fino al 2025 quando ricorerrà il cinquecentesimo della battaglia. Sono sfide geopolitiche del passato che si riverberano nel futuro e il think tank italiano, presieduto da Giulio Tremonti, elaborerà delle proposte “per affrontare le sfide del futuro, ad iniziare dalla difesa comune europea, in una prospettiva di mantenimento dei valori di pace e sicurezza del continente.” Motivo per il quale al primo incontro, tenuto a Pavia, sabato scorso, è stato invitato anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Crosetto: ci giochiamo il futuro

Ministro che, proprio oggi, da New York, durante una conferenza stampa a conclusione del suo incontro con il segretario generale della Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha sottolineato il fatto che “la cybersecurity è uno dei fronti in cui noi ci giochiamo il futuro ed è difficile farlo capire a molti cittadini.” Il ministro si è sforzato di rendere più concreto il tema facendo fari esempi pratici di fronti sui quali siamo tutti esposti: dagli attacchi all’Inps, “con il rischio di non vedersi erogate le pensioni”, all’assenza di elettricità e alla perdita di accesso ai conti correnti. “È una guerra che si combatte tutti i giorni, ma mentre la guerra fisica, quella che fa i morti ce ne accorgiamo quando c’è, di quella cyber non ci accorgiamo” ha detto Crosetto, chiarendo che “tutti i giorni ci sono attacchi cyber che hanno la stessa violenza di un attacco fisico”.

In Ucraina come a Pavia

Dunque tornando al progetto Aspen, siamo tornati al tempo della “battaglia di Pavia” perché in Ucraina “si osserva la portata rivoluzionaria del primo scontro convenzionale tra due grandi Stati, e le relative forze armate, nell’Europa nel XXI secolo, dove si impiegano mercenari e armi cyber, artiglieria “intelligente” e droni, intelligenza artificiale e masse di mezzi corazzati, dall’altra, occorre interrogarsi sul significato politico-strategico di questo conflitto, sul futuro della sicurezza internazionale, ma anche sulle sue implicazioni per la pace e la stabilità in Europa e dunque sulla difesa europea.” I trend attuali suggeriscono inoltre che l’automazione nella difesa e nell’aerospazio continueranno e ad un ritmo sempre maggiore, rendendo gli scenari ancora più complessi. I Paesi europei schierano forze armate tra le più preparate, competenti, addestrate e meglio equipaggiate al mondo, ancorché siano da tempo limitate sotto l’aspetto quantitativo, a seguito della generalizzata riduzione dei budget per la difesa determinata dal cosiddetto “peace dividend”, e qualitativamente non preparate del tutto a fronteggiare conflitti su vasta scala ad alta intensità e di lunga durata, essendosi concentrate per decenni su operazioni di stabilizzazione. L’industria della difesa è una risorsa fondamentale, capace di rispondere alle nuove esigenze delle forze armate occidentali e di aiutare i governi dell’UE a superare presto i limiti degli strumenti militari europei, alla luce anche delle lezioni del conflitto in Ucraina.

Mondo nuovo

Perché la battaglia di Pavia può offrire analogie? Fu la prima grande battaglia europea, per composizione degli eserciti e per la scala geopolitica degli obiettivi e delle operazioni. Allo stesso tempo fu anche rivoluzionaria, nella sua dimensione tecnologica, in quanto vide l’avvento dell’arma da fuoco usata, per la prima volta, in modo risolutivo sul campo di battaglia, senza dimenticare gli aspetti politico-sociali, con il popolo che sconfiggeva la nobiltà. Non stupisce che la battaglia di Pavia abbia avuto ripercussioni importanti nei decenni e secoli a venire, contribuendo a segnare un’epoca caratterizzata già da altre importanti rotture, dalla caduta di Costantinopoli alla scoperta dell’America, dalla riforma protestante all’inizio di quella piccola era glaciale che avrebbe accompagnato l’umanità fino a metà Ottocento.

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