Nella ‘Settimana della Cucina Italiana nel Mondo’ svoltasi a Bruxelles, l’iniziativa di promozione integrata promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale per valorizzare la cucina e i prodotti agroalimentari italiani di qualità, le eccellenze enogastronomiche sarde hanno riscosso grande successo. “La prima giornata è stata fondamentale per confermare ancora una volta quanto ci sia voglia di Italia e italianità: la cucina sarda, con tre tavoli di degustazioni, ha governato la platea, dando prova ancora una volta di quanto l’eccellenza dei nostri prodotti sia di altissimo livello”, come testimoniano anche “i pluricentenari sardi e la loro ottima qualità di vita”, mostrata in un “documentario che ha raccontato la loro alimentazione”, ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Autonoma della Sardegna, Valeria Satta. “Vini, dolci, piatti tipici e soprattutto il ‘Menù Deleddiano’, ricreato dai cuochi sardi” e dedicato alla scrittrice sarda e premio Nobel, Grazia Deledda, che “rappresentava nei suoi libri la creazione di piatti del tempo, descrivendoli minuziosamente. Non solo cibo quindi ma anche tanta cultura della nostra terra”, ricorda l’assessore, secondo cui “questi eventi servono non solo a promuovere le nostre aziende e i nostri prodotti, ma anche a raccontare una terra, il suo popolo, le sue identità e le tradizioni”.
Sistema alimentare fondamentale
Anche il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, nel corso della manifestazione al Palais d’Afrique, ha sottolineato qual è il segreto della longevità dei sardi e degli italiani in generale. “I danesi ci hanno chiesto perché gli italiani vivono di più”: basta che “guardate quello che mangiamo, vale per la Sardegna e per tutta Italia” ha spiegato. “Il sistema alimentare per noi è fondamentale: diamo benessere ai nostri cittadini e a tutto il pianeta”, ha aggiunto Lollobrigida. E in virtù delle sue eccellenze e delle sue particolarità, la cucina italiana è candidata a patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco nel 2025. “È importante il risultato? Se non fossi scaramantico, lo darei per scontato: sfido chiunque a dire che l’Italia non lo meriti. Ma l’elemento fondamentale è il percorso” che stiamo facendo.