Per la Confesercenti il rinvio delle norme di riordino del gioco online, previsto dalla riforma fiscale, è un fatto positivo. La Confederazione, infatti, ha sollecitato un cambio delle norme che avrebbero penalizzato molti esercizi, almeno su un punto. “Un rinvio che consideriamo utile, tenuto conto della necessità di modificare il testo del decreto stesso nella parte in cui, del tutto inaspettatamente, si prevede che il processo di ricarica di conto gioco su punto vendita fisico, compresi negozianti, tabaccai ed esercenti autorizzati, debba avvenire esclusivamente con strumenti di pagamento elettronico”.
Operatori online e rete retail
Secondo la Confesercenti così com’è impostata la previsione normativa avrebbe escluso gli esercenti da un processo virtuoso di integrazione, “tra operatori online e rete retail”, evidenzia la Confederazione, “già in atto nel settore del gioco e in nessun modo giustificabile con una maggiore tracciabilità dei pagamenti”.
Denaro già tracciato
Il processo di ricarica del conto gioco attualmente in vigore, fa ancora presente la Confesercenti, “per i punti vendita fisici, infatti, è già interamente tracciato”. “Il titolare del conto gioco”, si legge nella nota, “prima di procedere alla ricarica con pagamento in contanti, si identifica con un documento di identità; quindi, l’esercente abbina il valore della ricarica al conto gioco e consegna al titolare del conto gioco un codice Pin per sbloccare la ricarica ed accedere, attivando il credito, con proprie credenziali”.
Esclusi tabaccai ed esercenti
La norma che oggi è sotto osservazione per un cambio, se fosse entrata in vigore, avrebbe
eliminato le ricariche in contanti, “escludendo completamente il ruolo di tabaccai ed esercenti dal gioco digitale, chiudendo le porte al processo di omnicanalità che”, secondo la Confederazione gli esercenti portano, “avanti da anni con l’obiettivo di distribuire il valore generato dal business online tra i concessionari e i punti vendita fisici”. “L’utilizzo del contante sarebbe quindi verosimilmente dirottato verso il gioco ‘non nominativo’ e quindi meno tracciabile”, sottolinea ancora la Confesercenti, “se non sui siti illegali attraverso intermediari, vedi casi recenti di famosi calciatori che affidavano i loro contanti a intermediari”.
Moneta elettronica e contante
“Siamo al cospetto di una misura ostativa, che punta ad ostacolare le transazioni in contanti, viste ingiustamente come indizio se non sintomo di infedeltà fiscale, ma è un intervento dai contorni quasi paradossali”, spiega Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti. “Da un lato, infatti, con ‘il punto vendita ricariche’ si vuole offrire al giocatore un’alternativa alle ricariche del conto in modalità online, che per loro natura avvengono solo con moneta elettronica. Dall’altro, tuttavia, tale alternativa di pagamento, peraltro interamente tracciato, viene vanificata dalla ingiustificata inibizione dell’uso del contante presso i punti vendita”.
Cancellare la norma
“Un’inibizione ancora più incomprensibile se si considera che la Legge di Bilancio”, prosegue Mauro Bussoni, “assegna a questi stessi punti vendita la possibilità di diventare veri e propri ‘bancomat’, permettendo ai clienti di prelevare contanti con il Pos. Ci auguriamo quindi che nel prosieguo dell’iter del decreto in questione questa previsione venga cancellata”.