Ogni anno, in Italia, sono stimati circa 2.000 nuovi casi di mesotelioma. Nel 90% delle diagnosi, il principale fattore di rischio è costituito dall’esposizione all’amianto. Dunque, è proprio nel nostro Paese che si dà il via a una nuova ricerca contro il mesotelioma pleurico, un tumore toracico particolarmente aggressivo. Lo studio clinico indipendente (IND.227) condotto da tre gruppi cooperativi e coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori di Napoli IRCCS Fondazione Pascale, dal Canadian Cancer Trials Group (CCTG) e dall’Intergruppo cooperativo toracico francese (IFCT), presentato a Roma al Congresso Nazionale della società scientifica, ha definito una nuova opzione terapeutica nel mesotelioma pleurico non operabile o metastatico, una neoplasia molto difficile da trattare.
Sopravvivenza globale
Nel lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica ‘The Lancet’, l’immunoterapia con pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia con platino e pemetrexed, in prima linea, ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale, riducendo il rischio di morte del 21%. A 3 anni il 25% dei pazienti trattati con la combinazione era vivo rispetto al 17% con la sola chemioterapia.
Migliora l’aspettativa di vita
“Lo standard di cura del mesotelioma pleurico per 20 anni è stato rappresentato dalla chemioterapia, con risultati insoddisfacenti”, spiega Francesco Perrone, Presidente AIOM. Questo studio di fase 3 ha coinvolto 440 pazienti di 51 centri in Italia, Canada e Francia e dimostra l’alto valore della ricerca indipendente. I risultati di questa ricerca, aggiunge Perrone, “sono destinati ad avere un impatto tangibile e significativo sulla vita dei pazienti”.
Italia protagonista della ricerca
“Diciassette centri italiani hanno partecipato allo studio IND.227”, afferma Marilina Piccirillo, Dirigente Medico della Struttura Complessa Sperimentazioni Cliniche del ‘Pascale’ di Napoli e coordinatore scientifico dello studio in Italia. Il miglioramento della sopravvivenza a 3 anni dell’8% è un risultato significativo in una patologia come il mesotelioma, che ha una prognosi ancora infausta. Questo aspetto è importante, perché i pazienti con il mesotelioma spesso sono sintomatici e la riduzione delle dimensioni del tumore in genere corrisponde a un miglior controllo dei sintomi respiratori e del dolore”.
Settori coinvolti
“Il mesotelioma può insorgere a distanza di decenni dopo l’esposizione all’amianto” sottolinea Federica Grosso, Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale Mesotelioma e Tumori Rari dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria. “I settori più coinvolti sono l’edilizia e l’industria pesante, dai quali deriva il 60% dei casi registrati negli archivi del Registro Nazionale. I primi sintomi, di solito presenti da alcuni mesi dal momento della diagnosi, sono dolore toracico, difficoltà respiratoria e tosse”.