L’inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale, Jean Todt, ha appena terminato una visita in Arabia Saudita per incontrare i ministri e le parti interessate del settore privato, per chiedere ulteriori azioni per affrontare la sfida della sicurezza stradale. Sebbene l’Arabia Saudita abbia compiuto progressi significativi nell’affrontare il problema della sicurezza stradale, gli incidenti stradali rimangono una delle maggiori cause di lesioni e mortalità nel paese.
Dimezzare vittime
L’inviato speciale Unece è andato a Riyadh per sostenere l’efficace attuazione del Piano globale per il decennio di azione per la sicurezza stradale 2021-2030, e con l’obiettivo dichiarato di dimezzare il numero delle vittime sulla strada entro il 2030. Nel frattempo ha partecipato alla settima edizione della Future Investment Initiative (FII), per “esplorare le opportunità e le sfide per promuovere la crescita economica e la prosperità globali.”
Sfida da vincere
Nel 2016, l’Arabia Saudita ha dovuto affrontare una grave sfida di sviluppo nel campo della sicurezza stradale: 28,8 morti per incidenti stradali ogni 100.000 persone, con un tasso di mortalità stradale peggiore di qualsiasi paese ad alto reddito e il più alto nella regione del Mediterraneo orientale. Le vittime della strada hanno comportato anche un pesante fardello economico per il Paese, con un costo stimato di 3,7 miliardi di dollari che rappresentano circa il 2% del Pilnazionale. Nel 2016, quando è iniziato il NTP, Programma nazionale di Trasformazione, l’Arabia Saudita aveva un tasso di mortalità stradale di 28,8 per 100.000 abitanti, che era superiore al tasso medio nei paesi a basso reddito (24,1 per 100 abitanti) e più del triplo del tasso medio nei paesi ad alto reddito.
Comitato per la sicurezza stradale
Per contrastare il fenomeno l’Arabia Saudita ha istituito un comitato ministeriale per la sicurezza stradale, che ha coordinato una serie completa di azioni per migliorare la qualità delle infrastrutture e la risposta post-incidente, rafforzare l’applicazione della legge e migliorare la raccolta dei dati. Grazie a queste iniziative combinate, le vittime della strada sono diminuite di quasi il 35% in cinque anni, arrivando a 18,5 ogni 100.000 abitanti nel 2021. In cifre assolute, nel 2016 i morti per incidente stradale sono stati 9.311; nel 2021 sono scesi a 6.651. Nel suo Programma Nazionale di Trasformazione l’Arabia Saudita ha indicato la sicurezza stradale come uno dei pilastri per realizzare il suo ambizioso piano di riforme sociali ed economiche, Vision 2030. Nello specifico, il paese mira a ridurre il tasso di mortalità stradale a meno di 10 per 100.000 abitanti entro il 2030 che porterebbe oltre l’obiettivo del Decennio di azione delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale 2021-2030; ovvero dimezzare il numero di morti e feriti a livello mondiale dovuti agli incidenti sulla strada.
Sensibilizzare i giovani
Secondo l’inviato speciale dell’Unece, la priorità dovrebbe essere data al miglioramento dell’applicazione delle leggi sull’eccesso di velocità, sull’uso del casco e delle cinture di sicurezza, nonché al lancio di campagne di sensibilizzazione pubblica, soprattutto tra le giovani generazioni che rappresentano un gruppo critico di vittime. “Sono incoraggiato dalla diminuzione delle vittime della strada del 35% in 5 anni”, ha detto Jean Todt, “dobbiamo però riconoscere che c’è ancora molta strada da fare. Gli incidenti stradali restano una delle principali cause di morti e feriti, in particolare tra i giovani ed è necessario intraprendere ulteriori azioni che affrontino tutti gli elementi del sistema sicuro per salvare più vite umane”.