venerdì, 22 Novembre, 2024
Società

Hamas: 220 ostaggi in cambio di 7mila prigionieri. Israele stringe la morsa su Gaza: “Vinceremo”

L’esercito israeliano sferra un massiccio attacco nella striscia di Gaza, alla ricerca dei terrorismi di Hamas, operazione che per Israele: “continuerà fino a nuovo ordine”. Una azione dura e martellante per il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant Israele per dare la “caccia a ogni terrorista che si trovi a Gaza. Noi continueremo a essere forti e precisi. Abbiamo attaccato sopra e sotto il terreno. Abbiamo attaccato gli operativi del terrore di tutti i ranghi e ovunque. Le istruzioni alle truppe sono chiare: l’operazione continuerà fino a nuovo ordine”.

L’Ue: fermare il conflitto

Le nuove operazioni di guerra hanno suscitato nuove e forti preoccupazioni. L’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha chiesto “urgentemente” una “pausa nelle ostilità” a Gaza per consentire l’accesso di aiuti umanitari. “Condanniamo tutti gli attacchi contro i civili, compresi i continui attacchi missilistici indiscriminati contro Israele, e chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”. “E’ urgentemente necessaria una pausa nelle ostilità per consentire l’accesso umanitario. Gaza è in completo blackout e isolamento mentre continuano i pesanti bombardamenti”, ha continuato il ministro degli esteri Ue, segnalando come l’Onu abbia messo “in guardia sulla situazione disperata della popolazione di Gaza senza elettricità, cibo, acqua. Troppi civili, compresi i bambini, sono stati uccisi. Questo è contro il diritto internazionale umanitario”.

Guterres: escalation disastrosa

Timori e nuovi appelli sono lanciati anche dall’Onu. “Incoraggiato da quello che sembrava essere un crescente consenso sulla necessità di almeno una pausa umanitaria in Medio Oriente, sono rimasto invece sorpreso da un’escalation di bombardamenti senza precedenti, che minano gli obiettivi umanitari”. Evidenzia il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che ribadisce il suo appello “per un immediato cessate il fuoco umanitario, insieme al rilascio incondizionato degli ostaggi”.

Meloni: pronti gli aiuti umanitari

L’Italia, è pronta ad intervenire con aiuti umanitari e focalizzare l’attenzione su ogni spiraglio che possa fermare un conflitto che rischia infiammare il Medio Oriente. Il governo rafforzerà le misure di sicurezza e nel contempo ad inviare aiuti ai umanitari ai civili. Lo spiega il premier Giorgia Meloni. “Sono in contatto costante con il ministro Crosetto e gli alleati. Noi abbiamo un pattugliatore multi-dimensione che è pronto a raggiungere le acque di fronte a Gaza per portare aiuti umanitari. E abbiamo altre due fregate e una nave anfibia se servissero anche ospedali da campo”.

Il premier: fermare il conflitto

Sulla liberazione degli ostaggi trattenuti a Gaza il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha auspicato una svolta. “Speriamo ci possano essere novità, che a un certo punto pareva ci fossero. Novità che sarebbero molto importanti per arrivare a una de-escalation”. Il premier ha rimarcato come l’Italia stia svolgendo: “un lavoro certosino che conduciamo con grande responsabilità e equilibrio anche rispetto al nostro ruolo nel Consiglio europeo e all’Onu”. In quanto all’astensione dell’Italia sulla risoluzione Onu il premier puntualizza: “era la più equilibrata fra le posizioni possibili, e non a caso è stata la posizione della gran parte dei Paesi del Consiglio europeo, dei Paesi europei e di quelli del G7. Stiamo cercando di mantenere l’equilibrio, e sia il voto a favore sia quello contrario sarebbero stati voti che spostavano l’Italia rispetto alla posizione che sta tenendo. È stato giusto tenere la posizione più equilibrata rispetto all’obiettivo di impedire una escalation del conflitto, la cosa più responsabile che si possa fare ora”.

Crosetto: perdite di vite elevato

Una forte preoccupazione è stata espressa dal ministro della difesa Guido Crosetto che teme come l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza non potrà che provocare “molte vittime perché il nemico è immerso all’interno di una comunità palestinese enorme” ed è “difficile un’operazione chirurgica”, evidenzia Crosetto. “Sono giorni che ci aspettiamo che questa reazione di Israele parta”, osserva il ministro della Difesa, “sono giorni che tutto il mondo occidentale e arabo cercano di dire a Israele che questa reazione, per quanto comprensibile dopo l’attacco terroristico di Hamas, deve rimanere entro i limiti di reazione che può avere uno Stato”, che “deve essere diverso da un’organizzazione terroristica”, ha affermato Crosetto. “È stato impossibile far diminuire la tensione tra i due contendenti” e ora “ci stiamo preparando come Italia ad aiutare e intervenire sulle conseguenze, quindi portare aiuti umanitari”.

Tajani chiama gli ambasciatori

Il vice presidente del Consiglio, e ministro degli Esteri e della Cooperazione, Antonio Tajani, con l’inasprirsi del conflitto ha tenuto ieri un vertice in videoconferenza dall’Unità di Crisi della Farnesina, assieme al segretario generale e al capo di gabinetto, con gli ambasciatori d’Italia in Israele, Egitto, Giordania e Libano e con il console generale a Gerusalemme. La riunione è stata organizzata per passare in rassegna la situazione regionale e in particolare quella degli italiani a Gaza, nel nord di Israele e nelle regioni meridionali del Libano. Il ministro Tajani ha inoltre spiegato di aver “parlato con il console italiano a Gerusalemme, che è entrato in collegamento con gli italiani che sono nella Striscia di Gaza e che non stanno correndo pericoli perché non ci sono combattimenti in quell’area”. “Siamo riusciti a contattare i cittadini italiani a Gaza” e “stanno bene”, ha aggiunto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. I “14 cittadini italiani, 7 con passaporto italiano e 7 con doppia nazionalità” in questo momento “si trovano nel sud della Striscia di Gaza”, ovvero “in una zona lontana dai combattimenti e dalle esplosioni”.

L’attacco a Gaza

Sul piano militare la morsa dell’esercito israeliano nella Striscia non conosce tregua. “Le nostre forze di terra si trovano ancora sul terreno e portano avanti la guerra”, ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari. “La notte scorsa sono entrate nel nord della Striscia e hanno esteso le attività di terra. A questa operazione partecipano unità di fanteria, dei carristi, del genio e dell’artiglieria, sostenuti da un forte volume di fuoco”. Israele, ha proseguito Hagari, continua con “bombardamenti massicci” a Gaza che hanno portato anche alla uccisione di esponenti di primo piano dell’ala militare di Hamas, fra cui il capo della unità aerea “che ha avuto un ruolo centrale nel massacro del 7 ottobre”.

Alon Bar: l’obiettivo è Hamas

A sottolineare la determinazione di Israele nel dare la caccia ai leader del gruppo terroristico di Hamas, è anche l’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar, “Vogliamo andare fino in fondo nella nostra operazione finchè Hamas non sarà sradicata”, commenta Alon Bar che sottolinea le priorità di Israele: “liberare gli ostaggi e rimuovere la minaccia di Hamas”. Turchia-Israele scontro diplomatico Il presidente turco Erdogan si scaglia contro l’Occidente, definito “il principale responsabile del massacro” a Gaza ad opera dell’esercito israeliano. Il leader turco ha partecipato alla manifestazione in favore dei palestinesi a Istanbul, che ha richiamato in piazza centinaia di migliaia di persone. Erdogan – secondo quanto riporta la Tass – ha poi annunciato che il suo Paese sta lavorando per dichiarare Israele “criminale di guerra”. Per risposta Israele ha ordinato al proprio personale diplomatico in Turchia di lasciare il Paese. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, riferendo di avere impartito la disposizione a tutta la rappresentanza “allo scopo di riconsiderare le relazioni Israele-Turchia”. Ostaggi nelle mani di Hamas In merito agli ostaggi – di cui non si conoscono le reali condizioni – il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha incontrato ieri pomeriggio a Tel Aviv i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi nelle mani di Hamas. Ieri è stato puntualizzato che sono 229 persone tenute in ostaggio da Hamas. Lo ha dichiarato il portavoce delle forze di difesa israeliane, Daniel Hagari.

La minaccia dei Pasdaran

Un altro fronte di guerra intanto rischia di aprirsi. Il portavoce delle Guardie rivoluzionarie iraniane (i cosiddetti Pasdaran), Ramadan Sharif, ha avvertito che “a un certo punto, i musulmani esauriranno la pazienza” e che, “se il pesante bombardamento di Gaza continua e i civili muoiono, la zona potrebbe esplodere”. Sharif ha anche fatto presente che “tutte le basi americane e i loro voli sono monitorati e controllati, compresa la fornitura di bombe a Israele. Washington è il principale sostenitore di Israele e ha preparato un ponte aereo per equipaggiarlo con attrezzature militari e bombe”.

Onu, tensioni sulla risoluzione

L’Assemblea generale dell’Onu ieri ha approvato la risoluzione proposta dalla Giordania a nome degli Stati arabi per una “tregua umanitaria immediata e duratura” del conflitto tra Israele e Hamas. Chiede quindi a tutte le parti di rispettare il diritto internazionale umanitario e la fornitura “continua, sufficiente e senza ostacoli” di aiuti e servizi essenziali nella Striscia di Gaza, incoraggiando l’apertura di corridoi umanitari, e la “revoca dell’ordine da parte di Israele di evacuazione dei palestinesi dal nord della Striscia”. Respinge fermamente “qualsiasi tentativo di trasferimento forzato della popolazione civile palestinese”. Chiede infine il “rilascio immediato e incondizionato” di tutti i civili tenuti prigionieri. Il testo, che non ha valore vincolante, ha ottenuto 120 voti a favore, 14 contrari (tra cui gli Usa e Israele) e 45 astenuti. Tra i paesi che hanno votato a favore della risoluzione c’è la Francia mentre l’Italia si è astenuta. Si sono astenuti anche, tra gli altri, Albania, Australia, Bulgaria, Canada, Danimarca, Grecia, Germania, Finlandia. I 14 Paesi contrari invece, oltre a Israele e Stati Uniti, sono: Austria, Croazia, Fiji, Cecoslovacchia, Guatemala, Ungheria, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Tonga, Papua Nuova Guinea e Paraguay. Critica la posizione di Israele: “Oggi è un giorno che passerà alla storia nell’infamia, un giorno buio per l’Onu, che non ha più un briciolo di rilevanza o legittimità”, ha contestato l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan, mentre Hamas ha accolto con favore la risoluzione. Erdan ha detto che “Israele non fermerà l’operazione finché le capacità terroristiche di Hamas non saranno distrutte e i nostri ostaggi non saranno restituiti”. “Israele ha il diritto di difendersi. L’unico modo è sradicare la capacità terroristica di Hamas, e questa risoluzione non nomina neppure Hamas”, ha continuatoi l’ambasciatore. “Perché difendete degli assassini, dei terroristi che decapitano bambini? Vergogna”, ha aggiunto ribadendo che la risoluzione è “ridicola”.

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