sabato, 23 Novembre, 2024
Economia

Proventi delle multe, serve più trasparenza

Uno dei motivi che, da sempre, alimenta la distanza tra i cittadini e i palazzi del potere è rappresentato dalla mancata trasparenza sulla gestione dei fondi pubblici.

Per quanto il principio – inteso come accessibilità totale alle informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni – sia stato affermato nel decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 con l’obiettivo di favorire il controllo diffuso da parte dei cittadini sull’operato delle istituzioni e sull’utilizzo delle risorse pubbliche, esistono ancora delle sacche di resistenza. Almeno per quanto riguarda gli enti locali.

Per averne la prova basta leggere lo scambio di battute avvenuto nei giorni scorsi alla Camera durante i lavori della IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni), guidata dal presidente Alessandro Morelli (Lega), tra il deputato Simone Baldelli (Forza Italia) e il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Roberto Traversi (Movimento 5 Stelle).

Tutto nasce dalla presentazione di una interrogazione al Ministro Paola De Micheli a risposta immediata in Commissione da parte di Baldelli, il quale rileva che il 20 febbraio scorso, dopo ben dieci anni di attesa, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo dell’articolo 25, comma 2, della legge n. 120 del 2010 nella parte che prevede da parte degli enti locali la predisposizione annuale di una relazione sull’utilizzo effettuato dei proventi delle sanzioni del codice della strada.

Il decreto stabilisce che gli enti locali debbano inviare annualmente la relazione entro il 31 maggio di ogni anno, utilizzando la piattaforma elettronica resa disponibile dal Ministero dell’Interno, ma al comma 2 dell’articolo 2 demanda tale obbligo ad istruzioni operative che dovranno essere fornite dallo stesso Ministero, sentita la Conferenza Stato-città.

Ma c’è di più. Nel testo non viene inoltre fatto cenno ad alcuna forma di pubblicità del contenuto delle relazioni che saranno inviate dagli enti locali; “una pubblicità – evidenzia Baldelli – che, per quanto non prevista, ma neppure vietata esplicitamente, appare oggettivamente indispensabile in base ai principi basilari di trasparenza ai quali si deve informare l’attività della pubblica amministrazione”.
Il rappresentante del Governo, chiamato a pronunciarsi “in merito alla possibilità di rendere pubbliche e accessibili le relazioni che gli enti locali sono tenuti a trasmettere”, sottolinea che “né il decreto interministeriale del 30 dicembre 2019, né il citato articolo 142, comma 12-quater, prevedono la pubblicità delle relazioni in argomento”. “Ad ogni modo – aggiunge –  gli Uffici stanno verificando la possibilità di renderle ostensibili ai sensi del decreto legislativo n. 33 del 2013 (in tema di “Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”).

La replica di Baldelli non si fa attendere. Il forzista, prende atto della risposta, “auspicando che le relazioni degli enti locali siano rese tempestivamente ostensibili anche al fine di interrompere un alone di mistero intorno a tale adempimento di legge”. Mistero che, certo, non aiuta ad avvicinare i cittadini alle istituzioni di prossimità…

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