Tutte le sigle delle attività produttive, sindacali ed economiche, – e ne sono davvero tante e forse per la prima volta assieme -, provano ad unire le forze per rispondere alla crisi del Coronavirus.
Questi i protagonisti di uno sforzo di unità esemplare: ABI, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Legacoop, Rete Imprese Italia, Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, Cgil, Cisl e Uil. Sigle che hanno dietro di loro dirigenti, funzionari, tecnici, lavoratori; un popolo impegnato a fare ogni sforzo positivo.
Persone che dicono cose semplici, sollecitano il Governo e indirettamente le forze politiche a essere concreti, solidali, pronti a reagire ad una situazione difficile che altrimenti potrebbe travolgere tutti, in particolare le fasce più deboli della società italiana. Quelle già in difficoltà.
Ho letto le loro parole e sono davvero esemplari, perché si accantonano i protagonismi e si uniscono le forze. Leggiamole assieme. “Il nostro Paese sta in questi giorni affrontando una situazione di forte criticità a causa della diffusione del Coronavirus.
Ciò impone a noi parti sociali, al Governo, alle Regioni, a tutte le autorità e agli esponenti della società civile di lavorare insieme, mettendo a fattor comune gli sforzi e agendo in maniera coordinata per consentire al nostro Paese di superare questa fase in maniera rapida ed efficace”.
C’è davvero quel senso di comunità, di dialogo aperto e sincero che la politica, quella migliore e fuori dalle risse, dovrebbe prendere ad esempio. Pur nelle difficoltà evidenti e ancora da superare, emerge, uno spirito di impegno comune, che possiamo definire esemplare perché da forma a quel pensiero moderato, propositivo sul piano politico, culturale e sociale, sensibile ad un obiettivo comune: quello di ritrovare una unità di intenti e di progetti.
Ciascuna, sigla da quelle sindacali a quelle di categoria sono certo porterà la sua esperienza e lo farà in modo concreto. Una lezione di sobrietà che ha una unica ambizione tutelare la nostra economia, che significa il Made in Italy, le imprese, le famiglie i lavoratori. In tutti i settori: dall’industria all’agricoltura, dal commercio ai servizi. Il documento di tutte le sigle è un appassionato appello al fare e al fare bene. Con molta pacatezza si chiedono interventi utili. E come giornale vogliamo dare spazio a queste voci e proposte che La Discussione condivide appieno. Ecco cosa chiedono le Associazioni e le parti sociali.
Nei giorni scorsi sono state tempestivamente assunte diverse misure per contenere il rischio sanitario a beneficio di tutti i cittadini. Gli esperti e le organizzazioni internazionali, a partire dall’OMS, ci hanno rassicurato sui rischi del virus e sulle corrette prassi per gestire questa situazione, che tutti noi siamo chiamati a rispettare. Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo. Oltre alle misure urgenti che il Governo ha adottato, o si appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura.
Un ruolo importante dovrà essere svolto anche dalle Istituzioni europee, per creare le migliori condizioni per un rilancio economico dell’Italia nell’interesse della stessa Unione europea.
Noi aggiungiamo che siamo di fronte a una grande positiva novità: quella di un protagonismo ideologicamente moderato e dialogante sul piano politico. Dal Paese quello produttivo emerge la richiesta di dar vita e forza a un patto sociale costruttivo, dove le qualità si misurano sul piano delle tutele, dell’impegno e del futuro. Le forze politiche siano attente e, soprattutto, aperte a questa preziosa volontà.