Ha ceduto un altro fronte problematico. Il Medio Oriente è di nuovo in fiamme. Un attacco a sorpresa, questa mattina, ha scatenato una nuova guerra tra il braccio armato palestinese, Hamas, e Israele. Cinquemila razzi sono stati lanciati contro le zone costiere e Tel Aviv, incursioni di miliziani – in motocicletta, parapendio, e con droni – hanno attaccato gli israeliani lungo le barriere di Gaza, controllata da Israele dal 2007, e sono arrivati fino alla città di Sderot. Le sirene sono risuonate a Gerusalemme per tutta la mattina. Decine di morti e centinaia di feriti. Oltre una trentina di “prigionieri”. Durissima la reazione di Israele che ha richiamato i riservisti, fatto decollare aerei da guerra, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu affermava: “Siamo in guerra, il nemico pagherà un prezzo mai visto” avviando l’operazione “spade di ferro”.
Israele: Hamas ha commesso grave errore
Il ministro della Difesa Yoav Gallant è in costante contatto con i responsabili della sicurezza e gli alti comandi militari. Ha dichiarato che Hamas ha commesso “un grave errore” e ha promesso che “lo Stato di Israele vincerà questa guerra”. Da Sderot si sono subito diffuse immagini e racconti raccapriccianti di sevizie a soldati israeliani. Nel kibbutz di Nahal Oz, a soli 4 chilometri dalla Striscia di Gaza, miliziani di Hamas suonano ai citofoni delle abitazioni e sparano a chi apre.
Hamas: palestinesi hanno diritto alla difesa
I palestinesi “hanno il diritto di difendersi da Israele e dal terrorismo dei coloni” ha dichiarato il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, durante una riunione d’emergenza con la leadership di Ramallah, Abbas ha chiesto supporto per “rafforzare la fermezza del nostro popolo di fronte ai crimini commessi dall’occupazione israeliana e dalle bande di coloni”. Mentre il leader dell’ala militare di Hamas, Mohammed Deif, ha annunciato l’inizio dell’“Operazione al Aqsa Storm” – Tempesta su al Aqsa – la moschea che fa parte del complesso sacro abramitico nel cuore di Gerusalemme. “Oggi il popolo sta riconquistando la sua rivoluzione”, ha detto in un messaggio registrato, mentre invitava i palestinesi da Gerusalemme est al nord di Israele a unirsi alla lotta per “espellere gli occupanti e demolire i muri”. Hezbollah si è congratulato con Hamas, lodando l’attacco come una risposta ai “crimini israeliani” e affermando che i militanti avevano “il sostegno divino”. Il gruppo ha detto che il suo comando in Libano era in contatto con Hamas riguardo all’operazione.
Attacco a 50 anni dal Kippur
L’attacco arriva in un momento delicato per il suo governo di estrema destra, alle prese con le contestazioni al piano di revisione del sistema giudiziario. Centinaia di soldati delle riserve militari si sono ritirati dalle sessioni di addestramento o hanno dichiarato che non si presenteranno in servizio a causa dei cambiamenti giudiziari. Avviene anche durante il Smchat Torah, importante festività ebraica e quasi esattamente a cinquant’anni dall’inizio della guerra del Kippur del 1973. Israele ha costruito una massiccia recinzione fortificata lungo il confine con Gaza, con percorsi anche nel sottosuolo, dotata di telecamere, sensori ad alta tecnologia e microfoni ultra sensibili. Ma evidentemente non è stata sufficiente. La tensione è cresciuta nelle scorse settimane lungo il confine instabile di Israele con Gaza e dopo pesanti combattimenti nella Cisgiordania occupata da Israele.