lunedì, 18 Novembre, 2024
Politica

Solidarietà bipartisan a Calderoli minacciato per l’autonomia differenziata

Solidarietà bipartisan a favore del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, minacciato di morte per essere la ‘mente’ del progetto di autonomia differenziata (ora al vaglio del Senato) che prevede che alcune Regioni possano richiedere più libertà e più poteri rispetto alle altre su tanti argomenti centrali per la vita dei cittadini, fra cui la sanità, la scuola, l’ambiente, l’energia, il commercio con l’estero, la ricerca scientifica. È stato lo stesso leghista, ieri, a denunciare il tutto, postando sul proprio profilo Facebook una lettera a lui indirizzata con le seguenti parole: ‘Se non la smetti di attuare la politica di genocidio nei confronti del Sud, con la nostra potenza di fuoco noi ti uccideremo. Siamo la mafia, non ci costa niente uccidervi’. Un atto intimidatorio che comunque non cambia di una virgola il pensiero dell’ex Vicepresidente del Senato: “Non ho paura delle minacce, non mi spaventano e vado avanti fino a quando l’autonomia regionale non sarà stata realizzata”.

Avanti insieme

Chiaramente è stata subito la Lega a esprimere la propria vicinanza a Calderoli tramite il leader Matteo Salvini che ha parlato di intimidazioni indegne e vergognose che comunque non freneranno il progetto che “porterà meno sprechi e più efficienza rendendo il Paese più forte, soprattutto al Sud”. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato di un gesto ignobile, da condannare con assoluta fermezza: “Avanti, insieme, a testa alta”, il suo sprone al Ministro. Solidarietà al Ministro è arrivata anche dal Vicepresidente del Consiglio, forzista, Antonio Tajani, secondo cui Calderoli non si farà intimidire, aggiungendo che “che l’Italia del Sud non ha bisogno della criminalità per tutelare i propri interessi”. “Non accetteremo alcuna forma di intimidazione che abbia l’obiettivo di fermare tutto questo” ha invece detto la Presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli.

No alla violenza

Ma tutta l’opposizione si è schierata al fianco del titolare del Ministero di via della Stamperia, a partire dal gruppo del Partito democratico al Senato, che in una nota ha parlato di minacce inaccettabili: “Il confronto politico, anche il più aspro, non deve mai trascendere in linguaggio o in atteggiamenti violenti”. Le parole di minaccia sono state condannate anche dai senatori del M5S: “È sempre legittimo opporsi alle idee che non si condividono, ma va fatto all’interno degli spazi garantiti dalla nostra Costituzione. È invece grave e inaccettabile farlo utilizzando la violenza”. Lo stesso concetto è stato espresso dal Presidente del Gruppo Azione-Italia viva al Senato Enrico Borghi. “Il dissenso e la contrarietà al progetto dell’autonomia differenziata non deve mai sfociare in intimidazione e linguaggio violento” quanto invece affermato dal Capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro. “Sono lieto che tutte le forze politiche abbiano espresso la loro vicinanza al senatore perché di fronte a gesti simili la condanna non può che essere unanime” la chiosa del Presidente del Senato Ignazio La Russa.

Punti di vista

Chi appoggia (soprattutto le regioni del Nord) l’autonomia differenziata sostiene che trattenere la gran parte del gettito fiscale si traduca in una maggiore efficienza nella fornitura di servizi per i propri cittadini. I contrari invece, spiegano come comporti necessariamente una sottrazione di ingenti risorse alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi e infrastrutture logistiche che per il loro ruolo nel funzionamento del sistema Paese dovrebbero avere necessariamente una struttura unitaria e a dimensione nazionale.

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